Truffato da un commerciante di diamanti
In una mail la spiegazione del viaggio a Venezia di Thomas Wagner, il milionario tedesco morto in un incidente aereo il 14 luglio, ma soprattutto la storia della truffa di cui è rimasto vittima una volta arrivato in laguna. Nel giallo che riguarda la truffa, la morte di Wagner e il fallimento della sua holding che operava in Internet, ora fa la sua comparsa un commerciante di diamanti israeliano che a quanto pare vive a Venezia. Se sia un vero commerciante di diamanti non si sa, di sicuro è il truffatore.
La mail è stata trovata dalla polizia tedesca che si sta occupando della vicenda da quando si è scoperto che Unister, la holding di Wagner, era esposta per 110 milioni. La mail è spedita da un ex dirigente di banca di Lipsia che conosce Wagner. Contiene il contratto con il quale Wagner può accedere ad un prestito privato fino a 15 milioni di euro. Il milionario in grosse difficoltà finanziarie risponde alla mail.
In una successiva mail si capisce che i due hanno trovato un accordo e chi ha proposto l’affare a Wagner indica alcuni nomi di mediatori che già in passato hanno fatto affari con la persona che garantisce il finanziamento. Questi viene indicato come un commerciante di diamanti israeliano che vive a Venezia e si chiama Levy. L’ex dirigente di banca spiega al suo interlocutore come uno dei mediatori che si occupa di diamanti fa buoni affari con Levy da 17 anni.
Dalle mail si capisce che il finanziamento a Wagner ammonta a 10 milioni di euro. Lui però deve consegnare a Levy un milione di euro nel caso l’affare salti. I dieci milioni devono essere restituiti in dieci anni. Nei primi due anni non saranno pagati interessi, mentre dal terzo il tasso d’interesse sarà del 2.75 per cento. Inoltre l’ex bancario e i due mediatori garanti riceveranno come compenso il 5 per cento della cifra complessiva.
Sempre l’ex banchiere sembra avere fretta e spiega a Wagner che il 20 di luglio in Italia iniziano le grandi ferie e quindi Levy, per due mesi, sarà lontano dall’Italia. Detto fatto, viene organizzato il viaggio a Venezia. Il 13 luglio con un Piper 32R di proprietà di un pilota 73enne, partono Wagner, il suo socio Oliver Schilling e uno dei mediatori finanziari che conosce Levy. L’ex banchiere che vuole essere presente all’affare, raggiunge Venezia in auto. L’appuntamento con Levy è in un hotel del centro storico. Wagner consegna a Levy un milione di euro in valuta varia. Nella valigetta che l’altro gli mette in mano ci sono due milioni e mezzo di euro in franchi svizzeri. Gli altri sette milioni e mezzo saranno consegnati successivamente. Wagner e il socio controllano il denaro perché tutto sia in regola. I franchi che toccano con mano sono buoni. I partecipanti allo scambio si danno appuntamento poi in una banca dove deve avvenire il perfezionamento dell’affare.
Wagner e socio arrivano davanti all’istituto di credito individuato per l’affare. Levy non si fa vedere. Dopo un po’ i tedeschi si insospettiscono e controllano meglio la valigetta ricevuta. Sotto i primi strati di franchi svizzeri buoni trovano una montagna di denaro falso. A quel punto vanno dalla polizia e denunciano la truffa. In mano si ritrovano due milioni e mezzo di euro falsi, diecimila franchi svizzeri buoni mentre hanno perso un milione di euro buoni. Nel frattempo l’ex banchiere era andato a fare immersioni in un centro specializzato. Nel volo di rientro a Lipsia Wagner e socio muoiono in Slovenia.
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