Truffate due anziane, bottino record di 80 mila euro

«Controlliamo se l’acqua contiene mercurio»: finti tecnici di Veritas si fanno aprire le case e razziano circa 80 mila euro

MESTRE. Ancora in azione i falsi dipendenti di Veritas che lunedì hanno truffato due anziane e messo assieme un bottino che sfiora gli ottantamila euro. In entrambi i casi sono entrati in casa spiegando che erano lì per controllare se l’acqua che usciva dai rubinetti era inquinata dal mercurio.

Il primo colpo lunedì mattina alle 9, in via Peschiera, vittima una signora di 80 anni. I due, finti addetti di Veritas, si presentano indossando giubbetti gialli con fascie catarifrangenti. Per farsi aprire hanno pure esibito un tesserino.

Una volta entrati, alla signora hanno spiegato che erano lì perché c’erano state delle segnalazioni di presenza di mercurio nell’acqua dei rubinetti. Mentre uno rimaneva vicino alla porta, l’altro controllava i rubinetti della cucina. Ad un certo punto ha invitato la donna a mettere i gioielli che aveva in casa, in un sacchetto, e poi di riporlo in frigo per evitare che interferissero sullo strumento che usava per controllare la presenza del mercurio.

Mentre lei lo ha accompagnato in bagno per controllare gli altri rubinetti, il complice ha preso i gioielli e pure dei soldi che ha trovato in camera da letto. I due alla fine se ne sono andati con un bottino che supera di poco i 40mila euro. Sul posto sono intervenute le volanti della Questura.

Alle 10.30 il secondo colpo. Questa volta in via Guardi a Zelarino, truffata una donna di 87 anni. In azione solo un falso dipendente Veritas. Almeno è quello che ha visto la donna. Pure lui indossava un giubbino giallo con strisce catarifrangenti. Ha mostrato un tesserino, si è fatto aprire la porta e con la scusa dell’acqua contaminata dal mercurio ha fatto mettere da una parte i gioielli. Non solo ha preso quelli dell’anziana, ma si è pure fatto portare nell’appartamento della figlia che abita al primo piano della bifamigliare. Compiute le due razzie se n’è andato. Non è escluso che entrando abbia lasciato la porta aperta per far entrare il complice. Qui il bottino è di poco inferiore ai quarantamila euro. Quando la donna ha realizzato quanto successo ha chiamato gli agenti. In entrambi i casi indaga la polizia.

Vademecum in pillole per contrastare il fenomeno delle truffe agli anziani: non aprite agli sconosciuti e non fateli entrare in casa. Diffidate degli estranei che vengono a trovarvi in orari inusuali, soprattutto se in quel momento siete soli in casa; non mandate i bambini ad aprire la porta; comunque, prima di aprire la porta, controllate dallo spioncino e, se avete di fronte una persona che non avete mai visto, aprite con la catenella attaccata; in caso di consegna di lettere, pacchi o qualsiasi altra cosa, chiedete che vengano lasciati nella cassetta della posta o sullo zerbino di casa. In assenza del portiere, se dovete firmare la ricevuta aprite con la catenella attaccata; prima di farlo entrare, accertatevi della sua identità ed eventualmente fatevi mostrare il tesserino di riconoscimento; nel caso in cui abbiate ancora dei sospetti o c'è qualche particolare che non vi convince, telefonate all'ufficio di zona dell'Ente e verificate la veridicità dei controlli da effettuare; tenete a disposizione, accanto al telefono, un'agenda con i numeri dei servizi di pubblica utilità (Enel, Telecom, Veritas, etc.) così da averli a portata di mano in caso di necessità; non date soldi a sconosciuti che dicono di essere funzionari di Enti pubblici o privati di vario tipo; se inavvertitamente avete aperto la porta ad uno sconosciuto e, per qualsiasi motivo, vi sentite a disagio, non perdete la calma. Inviatelo ad uscire dirigendovi con decisione verso la porta.

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