Truffa sul resort a 5 stelle "fantasma", immobiliarista di Jesolo nei guai

«Non fidatevi delle banche», diceva agli amici, «ho io l’affare che fa per voi». L’imprenditore si era fatto dare cinque milioni e ne ha restituiti meno della metà
MORSEGO - DINO TOMMASELLA - JESOLO - GENTE SULLA SPIAGGIA
MORSEGO - DINO TOMMASELLA - JESOLO - GENTE SULLA SPIAGGIA

JESOLO. «Non fidatevi delle banche», diceva agli amici, «ho io l’affare che fa per voi». Invitandoli così ad investire nel suo progetto immobiliare, un resort a 5 stelle con un centro wellness e termale da realizzare in un terreno di sua proprietà, nella zona del Parco Campagna di Jesolo. E di amici, con il suo piglio deciso e rassicurante, era riuscito a convincerne un bel po’ tanto da raccogliere una somma vicina ai 5 milioni di cui - dopo che dell’hotel non se ne è fatto più nulla - sarebbe riuscito a restituire meno della metà, anche se la somma di quanto avanzano coloro che hanno fatto avviare l’indagine ammonta a poco più di 700 mila euro.

Ieri il giudice per le indagini preliminari Roberta Marchiori ha rinviato a giudizio G. V., 55 anni, di Jesolo, per truffa oltre che per aver evaso le imposte sui redditi per gli anni 2009, 2010, 2012, 2013 omettendo di dichiarare al fisco proprio quei soldi che aveva raccolto nella sua società Blu Immobiliare, con sede a Silea, per realizzare quello che lui presentava come un grande intervento immobiliare.

A rendere significativo il processo è anche il fatto che, dopo gli accertamenti delle guardia di finanza, la procura aveva chiesto l’archiviazione per Vidal. Le parti civili si sono però opposte rivolgendosi alla procura generale della Corte d’Appello che ha deciso di avocare a sé l’indagine e a settembre il sostituto procuratore generale Maristella Cerato ha chiesto il rinvio a giudizio di G. V..

 Quattro le persone offese che hanno deciso di rivolgersi alla giustizia per ottenere indietro i soldi versati al mediatore. Tra loro, difeso dall’avvocato Andrea Angeletti, c’è anche Luca Moretto, artista jesolano che già nel 2014 aveva raccontato la sua vicenda al nostro giornale. Moretto, disabile dopo un incidente stradale, aveva investito i soldi ricevuti come risarcimento dopo un problema legato alla malasanità che aveva causato l’amputazione della gamba. Moretto aveva dato a G. V. 300 mila euro, e fino ad ora gliene sono stati restituiti 75 mila. Ma per l’immobiliarista i canali di approvvigionamento erano molteplici.

Soldi raccolti da più parti con scritture private che prevedevano l’acquisto di quote del capitale sociale della Blu Immobiliare, la società che poi avrebbe dovuto realizzare l’investimento, non appena fosse arrivare la variante urbanistica. G. V. aveva spiegato ai suoi clienti che la società proprietaria dei terreni avrebbe ottenuto l’approvazione degli strumenti urbanistici e la volumetria necessaria per la realizzazione del progetto che poi sarebbe stato venduto a un altro investitore, ottenendo dalla compravendita un buon ritorno economico. A una delle parti offese, un discografico milanese che ha perso 400 mila euro, aveva anche presentato la moglie, l’architetto Alessandra Spessato, come attendibile fonte di informazione per il buon esito dell’affare immobiliare.

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