Truffa milionaria in banca denunciato l’ex direttore

Jesolo. Un gruppo d’imprenditori ha visto svanire nel nulla i conti correnti Chiesto il risarcimento dei danni, ritenuto responsabile anche l’istituto di credito

JESOLO. Denunciato l’ex direttore del Banco San Marco di Jesolo, poi divenuto Banca Popolare di Verona, Massimo Ventura. Un gruppo di imprenditori jesolani aveva consegnato all’allora direttore circa un milione e 200 mila euro. E non li hanno più visti. Ora si sono affidati all’avvocato Pierpaolo Alegiani che ha proceduto drasticamente con la denuncia che apre nuovi fronti giudiziari per i risarcimenti.

Il referente bancario, Ventura, nel 2008 è passato alla direzione di un altro istituto bancario, la Veneto Banca, filiale di San Donà. «Così facendo», sostengono i correntisti che con il legale hanno presentato querela, «portò con sè tutte le posizioni e conti correnti bancari. A noi, però non è dato sapere se e quanti denari siano poi effettivamente transitati da Bpv a Veneto Banca. Quel che è certo è che solo nel gennaio-febbraio 2013 noi tutti, a seguito di controlli effettuati da alcuni funzionari di Veneto Banca, siamo venuti a conoscenza che i nostri risparmi non esistevano, nonostante le distinte della banca provino il contrario. E che il Ventura, probabilmente in concorso con altri, aveva ordito una truffa in danno di molti soggetti, tra i quali le nostre famiglie».

«Le somme risultanti dagli estratti conto», continuano, «sono state effettivamente da noi versate e la banca ne deve rispondere anche qualora venisse accertato che le somme siano state sottratte dall’ex direttore. Era direttore di filiale della Bpv e ha validamente speso il nome della stessa e, quindi, sulla scorta del principio della rappresentanza ha incassato somme in nome e per conto del proprio datore di lavoro, cioè la banca stessa».

Ma le tracce delle somme sono andate perdute. Tutto nasceva da un rapporto di amicizia e di fiducia che ovviamente si è rotto e adesso la parola passerà ai giudici e agli avvocati. Intanto il gruppo di imprenditori ha portato tutta la documentazione al legale di fiducia Alegiani, che ha ricostruito tutta la rete di rapporti, esaminato gli atti, ascoltato i racconti. E ha presentato la querela e denuncia penale nei confronti dell’ex direttore e della banca che dirigeva, oggi Popolare di Verona, per i reati di truffa, frode informatica, appropriazione indebita e falsità in scrittura privata, nonché per altri reati in materia contemplati dal codice civile e dai decreti legislativi. In ballo c’è oltre un milione di euro, capire in che rivolo sono finiti quei soldi richiesti dai correntisti.

Giovanni Cagnassi

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia