Truffa delle patenti, undici indagati
VENEZIA. Sono accusati di aver “taroccato” le carte di identità di sette loro allievi e di aver mandato qualcun altro - ben più esperto - a fare l’esame per la patente al posto loro, raggirando così la Motorizzazione civile.
Udienza preliminare, ieri, davanti al giudice Massimo Vicinanza a carico dei titolari di due autoscuole: Umberto Cavasin (59 anni, residente a Mira) dell’Agenzia 2000 di Oriago e Tommaso e Giacomo Bollattini, all’epoca dei fatti titolare e collaboratore dell’Autoscuola Sprint di Marghera (che nel frattempo ha cambiato proprietà).
Undici gli indagati tra ideatori e beneficiati del raggiro contestato. L’udienza è stata aggiornata al 21 maggio, quando il giudice dovrà esprimersi sulla richiesta di patteggiamento avanzata dai difensori di tre imputati: Jacopo Ranieri (27 anni, di Scorzè), che deve rispondere di aver messo la sua faccia e la sua esperienza al servizio di ben quattro aspiranti patentati, sostenendo l’esame al posto loro in Motorizzazione, e che ha collaborato alle indagini, aiutando a comporre il puzzle dell’accusa; lo stesso Tommaso Bollettini e uno dei candidati che - secondo l’accusa - avevano scelto la “via facile” per passare l’esame orale, ovvero, il romeno Gherge Vlasie, 34 anni. Avvocati difensori e il pubblico ministero Roberto Terzo stanno trovando un accordo per una pena patteggiata a un anno di reclusione, sulla cui congruità (o meno) dovrà poi esprimersi il gup Vicinanza.
Separata - per un problema di notifica - la posizione di altri due neo-patentati come Marco Abedalla (28 anni, residente a Pianiga) e Wendy Argentini (28 anni di Vigonza).
Il 21 maggio il giudice dovrà poi decidere sul rinvio a giudizio o meno anche del chioggiotto Silvano De Bei (39 anni, anche lui accusato di essersi fatto sostituire all’esame teorico per la patente); il cinese Lianzha He (residente a Roma); David Mijalovic residente a Trieste; la polacca Wioletta Biedka, residente a Chioggia; infine, Giacomo Bollettini.
I sette episodi di carte d’identià contraffatte ed esami fasulli contestati agli imputati risalgono al 2011. A condurre le indagini era stata la sezione di polizia giudiziaria della Polizia stradale, coordinata dal pubblico ministero Roberto Terzo. Un’inchiesta che era partita nel 2010, in seguito ad un singolare episodio: una donna pizzicata a fare l’esame “radiocomandata” da un esperto all’esterno della Motorizzazione, con relativa fuga in auto.
L'indagine ora a giudizio ha avuto il suo cardine in una prima segnalazione inviata dal Direttore della Motorizzazione Civile di Venezia, Marco Angeletti. Alcuni ispettori della motorizzazione si erano resi conto che un giovane, nel giro di qualche mese, aveva sostenuto almeno due esami. Era stato riconosciuto da un’ispettrice. E con documenti uno diverso dall'altro. Le indagini hanno portato i poliziotti all' autoscuola di Oriago gestita da Umberto Cavasin.
Roberta De Rossi
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