Truffa delle false riviste cinque finiscono nei guai

Presentandosi come finanzieri, sono riusciti, in 2 anni, a razziare 300 mila euro In cambio dell’abbonamento promettevano un trattamento di riguardo del Fisco
Di Carlo Mion
FERRO - GDF TRUFFE POMPE DI BENZINA - IMMAGINE GDF
FERRO - GDF TRUFFE POMPE DI BENZINA - IMMAGINE GDF

Hanno truffato artigiani e piccoli imprenditori in mezzo Veneto. Con la scusa di garantire l’immunità dai controlli della Guardia di Finanza pretendevano l’abbonamento a riviste che spacciavano come voce ufficiale delle Fiamme Gialle. Nella truffa sono caduti anche diversi imprenditori del Veneziano. Alla fine i veri finanzieri sono arrivati e hanno denunciato cinque persone accusate di aver truffato, con questo sistema, 300mila euro.

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Venezia hanno perquisito le sedi aziendali e le abitazioni di cinque lombardi indagati nel corso dell’operazione denominata “Gutenberg”. Operazione che si è sviluppata in Veneto e Lombardia.

Le indagini della Guardia di Finanza, coordinate dalla Procura di Padova, sono iniziate da una segnalazione di un artigiano padovano, con l’attività a Cadoneghe, relativa a telefonate ricevute sul cellulare, da un sedicente appartenente alla Guardia di Finanza. Nel corso delle telefonate si prospettava la possibilità di acquistare una rivista edita dalla “G.diF.”, lasciando intendere, ad acquisto avvenuto, un trattamento di riguardo in caso di controlli fiscali.

Gli investigatori hanno rilevato oltre 2.000 telefonate analoghe, nel giro di soli quattro mesi. Molte delle persone contattate, per lo più artigiani e piccoli imprenditori, hanno aderito alla “proposta” rivolta loro dai sedicenti appartenenti alle forze di polizia, vedendosi recapitare una rivista assolutamente estranea alle forze dell’ordine. Gli indagati, a seconda dell’interlocutore, si presentavano come membri delle diverse forze di polizia proponendo, di volta in volta, un prodotto inerente l’attività commerciale della vittima. Tra le false motivazioni a sostegno dell’abbonamento, anche quella di costituire con i proventi delle vendite un fondo per gli orfani dei caduti in servizio. In alcuni casi quando l’artigiano si dimostrava poco interessato all’acquisto, scattavano vere e proprie minacce di ritorsione, lasciando intuire futuri controlli ispettivi. Dalle indagini è emerso il caso di un commerciante che nel periodo 2010-2013 ha pagato oltre 8mila euro per l’acquisto delle riviste. Ironia della sorte proprio mentre i militari erano presenti in azienda per acquisire informazioni a riguardo della truffa subita, è arrivata a questo titolare di impresa una nuova chiamata che proponeva l’acquisto di un ulteriore volume. Una stima assolutamente prudente fatta dai finanzieri ha permesso di identificare in oltre 300mila euro il guadagno dei truffatori in due anni. Questi, con numerosi precedenti, vivono nelle province di Milano, Varese e Monza Brianza.

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