Truffa da 31 mila euro con falsa guardia giurata
Una truffa da 31mila euro messa a segno davanti a una guardia giurata. Che però era tale solo in apparenza, perché in realtà del vigilante aveva solo la divisa. Per concludere la compravendita di una Audi S3, al bar scelto per l’appuntamento tra la venditrice e gli acquirenti-truffatori, uno dei due si è presentato vestito da guardia giurata, pur non essendolo, ma evidentemente confidava nella divisa per avere più autorevolezza. E infatti tutto, almeno in un primo momento, sembrava essere andato per il verso giusto. Fino a quando il giochetto non è venuto alla luce e la vicenda è finita in tribunale, con tre persone accusate di truffa e ricettazione in concorso. In due ieri sono state condannati.
L’episodio risale al 26 aprile 2013. La venditrice mette un annuncio per vendere la sua Audi S3, acquistata solo un anno e mezzo prima, sul portale subito.it. Dopo poche ore viene contattata da Devid Vavassori, 30 anni residente in provincia di Varese (difensore Maurizio Colangelo), che si dice interessato all’acquisto. Si accordano per 31 mila euro. La donna vorrebbe un bonifico (molto più sicuro), alla fine si lascia convincere a incontrare Vavassori in un bar per essere pagata con un assegno. All’appuntamento si presentano in due: oltre a Vavassori, anche un uomo vestito da guardia giurata. Alla donna viene consegnato un assegno. I due poi la convincono, come riferito nel capo d’imputazione, a perfezionare immediatamente le pratiche amministrative per il trasferimento della proprietà dell’Audi rivolgendosi agli uffici del Comune di Salzano in quella stessa giornata, che era un sabato. Questo per far sì, secondo l’accusa, di non concedere alla venditrice la possibilità di informarsi né sugli acquirenti, né sull’assegno. L’auto viene intestata a una terza persona, Ornella Agostini, 45 anni di Chirignago (difesa dall’avvocato Francesco Livieri), che secondo l’accusa si è prestata al gioco. Una volta completati i passaggi burocratici, l’auto è stata portata all’estero.
Quando la venditrice si presenta in banca per riscuotere l’assegno, scopre che quel titolo è nullo, trattandosi di un assegno risultato rubato, assieme ad alcuni altri, a febbraio 2013 nel parcheggio di un centro commerciale nel Trevigiano. Le indagini portano a supporre che l’uomo vestito da vigilante sia Christian Di Giulio, trevigiano classe 1977. Ma nel corso del procedimento, la vittima e un’altra persona presente alla vendita non lo hanno riconosciuto con certezza. Ieri il procedimento è arrivato alle fasi finali. L’accusa ha chiesto la condanna a due anni per i due uomini e l’assoluzione per la donna. La giudice monocratica ha invece condannato Vavassori a 2 anni e 2 mesi, Ornella Agostini a 6 mesi (pena sospesa) solo per la truffa, mentre Di Giulio è stato assolto per non aver commesso il fatto. L’avvocato Livieri ha già annunciato di voler ricorrere in appello.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia