Truffa alla Cisl, quattro mesi a Gaggetta
VENEZIA. Quattro mesi e 15 giorni di reclusione e 200 euro di multa per aver chiesto indebitamente rimborsi chilometrici, facendo figurare come propria la Lancia Delta di proprietà della Fisascat Cisl e indicando tratte mai coperte. Assoluzione perché il fatto non sussiste per non aver versato il “fringe benefit”, ossia la trattenuta mensile in busta paga in relazione al beneficio dell’auto. Così ieri ha deciso la giudice monocratica Michela Rizzi per Andrea Gaggetta, il sindacalista della Fisascat Cisl finito a processo per truffa aggravata. La giudice ha disposto la trasmissione del fascicolo all’Agenzia delle Entrate per quanto riguarda il “fringe benefit” così da verificare se vi sia stato un illecito fiscale visto che i soldi dovevano essere versati all’Erario.
Il pubblico ministero Giorgio Gava aveva chiesto la condanna a 5 mesi per la truffa dei rimborsi e l’assoluzione per l’altro capo d’imputazione. Ma la difesa, rappresentata dall’avvocato Renato Alberini, è pronta ad impugnare la sentenza in appello, una volta lette le motivazioni: «Non ci sono le prove del fatto e dell’elemento soggettivo», ha chiarito il difensore.
«L’auto era della Fisascat e i rimborsi chilometrici sono stati ottenuti dall’imputato grazie a dichiarazioni scritte in cui diceva che l’auto era sua», aveva detto il pubblico ministero Gava nel corso della requisitoria, «Tutti i rimborsi, a prescindere dai percorsi, sono stati ottenuti in modo indebito». E poi ancora: «Gaggetta ha pensato di poter operare al di fuori delle regole», sostenendo che il sindacalista avrebbe chiesto il rimborso per viaggi mai sostenuti, come peraltro confermerebbero i dati del Telepass che sono stati incrociati con quelli dei tabulati telefonici. L’ammontare della truffa, per quanto riguarda i rimborsi chilometrici richiesti indebitamente, era di 1.800 euro, per un totale di 4mila chilometri percorsi tra gennaio 2011 e dicembre 2012 in tutto il Veneto. L’avvocato Alberini aveva sostenuto l’assoluzione perché il fatto non sussiste per entrambe le imputazioni.
Nel processo si era costituita parte civile con l’avvocato Elio Zaffalon la Ust Cisl, l’Unione di più sigle sindacali rappresentata da Gaggetta, che ha ottenuto il risarcimento integrale dei danni e delle spese da parte dell’imputato. Per questo il sindacato non era più legittimato a stare a giudizio.
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