Truffa alla Bnl, uno patteggia l’altro assolto
Si è concluso con un patteggiamento per il funzionario della Banca nazionale del lavoro, responsabile dell’Ufficio mutui della sede di Bacino Orseolo, e con l’assoluzione del titolare dell’agenzia Immobiliare Venezia il processo per la mega truffa da 12 milioni di euro. Ieri, infatti, il giudice monocratico di Mestre Savina Caruso ha assolto per non aver commesso il fatto Massimiliano Fullin, titolare un tempo di un’agenzia a San Lio e di un’altra in Corso del Popolo, mentre il bancario Luigi Rossi, ormai in pensione da tempo, aveva già patteggiato un anno di reclusione. I due erano accusato di concorso in truffa aggravata: il pubblico ministero per Fullin aveva chiesto una condanna a tre anni, mentre il difensore, l’avvocato Renato Alberini, si è battuto per l’assoluzione.
I fatti risalgono ormai a serre anni fa, quando nel 2006 gli ispettori mandati dalla sede centrale di Roma della Bnl scoprirono una gigantesca truffa ai danni dell’istituto di credito. Dopo l’ispezione inviarono alla Procura veneziana una lunga e dettagliata relazione, sulla base della quale il pubblico ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio dei due imputati. Era venuto alla luce un sofisticato piano per accendere mutui fasulli per l’acquisto di immobili. Sarebbero stati circa 120 e nessuno era superiore ai 150 mila euro, in modo da utilizzare l’auto perizia per stimare il valore dell’immobile, ed inferiore ai 100 mila. Innanzitutto i sottoscrittori delle richieste di mutuo erano all’oscuro di aver firmato quella documentazione: durante le indagini è venuto alla luce che i loro nomi erano pescati scartabellando l’elenco telefonico. Non solo: buona parte delle richieste di mutuo era accompagnata da documenti costruiti a tavolino e anch’essi fasulli. Anche l’atto notarile che doveva comprovare la proprietà era fasullo.
Le richieste di mutuo per la Bnl passavano tutto dall’Immobiliare Venezia di Fullin, il quale già all’epoca aveva spiegato che mai i funzionari dell’istituto di credito di Bacino Orseolo gli avevano segnalato anomalie sulla documentazione, che certo lui non aveva gli strumenti per controllarne l’autenticità. Il caso era venuto alla luce quando, per caso, un ignaro funzionario d3ella banca aveva sollecitato il pagamento di una rata del mutuo ad un cliente di Palermo, che nulla sapeva di aver acceso la fidejussione con la Bnl veneziana.
Giorgio Cecchetti
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