Truffa aggravata all’Ipea ritirato il ricorso al Riesame

I legali di Iles Braghetto e Marco Spiandorello volevano conoscere le carte in mano all’accusa L’inchiesta partita dopo gli esposti dell’ex amministratore Rosario Florio e di alcuni docenti

I giudici veneziani del Tribunale del riesame presieduti da Angelo Risi neppure hanno dovuto discutere della vicenda: gli avvocati Paolo Marangoni e Andrea Antonello, infatti, hanno ritirato il ricorso che avevano presentato per conto dei loro assistiti, l’ex eurodeputato dell’Udc ed ex consigliere regionale padovano Iles Braghetto, e Marco Spiandorello di Pianiga, finiti sul registro degli indagati della Procura di Venezia per il reato di truffa aggravata.

I due legali avevano evidentemente presentato ricorso non tanto nella speranza di riavere la documentazione sequestrata dalle forze dell’ordine nelle loro abitazioni e nelle sedi del Centro di Formazione Ipea di San Donà, specializzato nei corsi per estetisti e parrucchieri, dell’Impresa sociale Accademia la Parigina di Treviso e dell’Agenzia formazione lavoro di Padova. Quanto per poter esaminare la documentazione raccolta dal pubblico ministero Laura Cameli, che coordina le indagini, in modo da conoscere quali carte abbia in mano l’accusa.

L’inchiesta riguarda la gestione della formazione professionale nel periodo tra il 2011 e lo scorso anno. Agli inquirenti interessano i contributi regionali ricevuti dagli istituti di formazione e le spese che avrebbero sostenuto per organizzare i vari corsi. L’indagine ha preso avvio grazie ad alcuni esposti arrivati negli uffici della procura lagunare, uno dei quali firmato dal precedente amministratore dell’Ipea di San Donà Rosario Florio, il quale avrebbe sostenuto di essere stato estromesso dall’istituto di formazione professionale, riferendo che i successori avrebbero vantato conoscenze negli ambienti regionali, uffici tra l’altro dai quali arrivavano la maggior parte dei contributi, stanziato dalla Comunità europea. Un secondo esposto sarebbe stato firmato e inviato negli uffici giudiziari veneziani da un gruppo di docenti dei corsi professionali, i quali si sarebbero lamentati del fatto di aver ricevuto pagamenti inferiori a quelli che in realtà sarebbero spettati loro e comunque diversi da quelli che gli amministratori avrebbero fatto apparire.

Per ora si tratta di affermazioni sulle quali gli investigatori incaricati dal pubblico ministero lagunare stanno lavorando per trovare riscontri e le perquisizioni sarebbero servite proprio per cercare conferme attraverso la documentazione sequestrata, che verrà esaminata nei prossimi giorni. «A seguito di nostri esposti alla Procura di Padova e Venezia», avevano ricordato gli attuali amministratori durante l’ennesima protesta di docenti ve studenti davanti agli uffici della Regione, «e analoghi esposti alla Corte dei Conti relativamente a gravi irregolarità commesse dai precedenti amministratori nel 2008-2009, 2009-2010 e 2010-2011, i nostri enti hanno subito miriadi di verifiche amministrative. Il 30 luglio, Afl e Cfp Ipea sono riusciti a concludere regolarmente la loro attività. Lo stesso giorno siamo stati “premiati” dalla Regione con la sospensione dell’accreditamento per irregolarità del Durc, costringendoci a regolarizzare la posizione entro il 15 settembre 2014, pena la revoca dei finanziamenti. Inoltre le denunce hanno determinato effetti boomerang nelle erogazioni dei finanziamenti regionali, creando una voragine di debiti per il mancato pagamento dei crediti regionali, sospesi a seguito dei nostri esposti».

Almeno una cinquantina di lavoratori non percepisce lo stipendio da mesi. «È evidente», concludono gli amministratori, «che l’accanimento burocratico sta portando i due centri di formazione in un abisso, in cui lo strepitoso crescere dei crediti da noi vantati si confronta con un’esposizione debitoria che porta e ha portato molti lavoratori a dimettersi, fornitori a sospendere le forniture e tutti insieme a intraprendere azioni giudiziali di recupero del credito». (g.c.)

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