Truffa ad Alvise Maniero: falso tesserino del Vaticano

Il nome sul documento è quello dell’ex sindaco di Mira, ora deputato del Movimento 5 Stelle, Alvise Maniero, ma è un falso

MIRA. Il nome sul documento è quello dell’ex sindaco di Mira, ora deputato del Movimento 5 Stelle, Alvise Maniero. Alla voce “qualità giuridica” è riportato “funzionario”. Il tesserino, emesso dallo Stato della Città del Vaticano, è a firma del Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Peccato che la foto non sia quella dell’onorevole e che il documento sia completamente fasullo, opera dell’ingegno di Stefano Ramunni, il “re delle truffe”, e del suo giovane discepolo Giovanni Chiaramonte.

Il tesserino è stato mostrato nel corso del lungo servizio andato in onda giovedì sera sulle “Iene” ed è quello che Ramunni ha esibito a un commesso di un negozio Wind a Genova per mettere a segno l’ennesima truffa, stavolta a carico dell’onorevole mirese.

Ramunni aveva infatti chiesto di modificare il piano telefonico di Maniero, inserendo tra i numeri anche il proprio. Mentre l’inviato delle “Iene” Giulio Golia stava intervistando Ramunni e Chiaramonte, arrivati a Genova dopo essere stati scarcerati a Treviso, erano arrivati i carabinieri che avevano proceduto al fermo, l’altro ieri convalidato con conferma del carcere.

L’accusa per i due, difesi dall’avvocato Fabio Crea, è possesso e fabbricazione di documenti falsi per quattro carte d’identità del Vaticano e per Ramunni anche sostituzione di persona, truffa e possesso della carta d’identità con il nome di Maniero.

L’inviato delle “Iene” ha ricostruito la storia criminale di Ramunni che sarebbe stato capace addirittura di truffare una cinquantina di Procure in tutta Italia, compresa quella di Venezia si dice nel servizio, «inviando il suo certificato di morte e quindi facendo archiviare i procedimenti a suo carico».

«Sono un truffatore, lo confermo. Quante truffe ho fatto nella mia vita? Non sono in grado di quantificarle: duecento, trecento...», ha detto Stefano Ramunni davanti alla telecamera di Italia 1 prima che i carabinieri lo accompagnassero in caserma, «Ho avuto una cinquantina di nomi. Ho iniziato molti anni fa per un disguido di mia madre con la banca, là è iniziato l’odio per le banche. In seguito con una persona avevamo messo in piedi un’attività: ci siamo trovati un miliardo di debiti con le banche e per recuperare mi sono dedicato all’illecito».

Fare il truffatore per Ramunni è un’arte: «Sono in grado di sapere tutto quello che una persona ha nel giro di cinque minuti». E quanto ai nomi delle persone, come Alvise Maniero, che si sono trovate intestatarie dei suoi documenti: «I nomi li prendo da Internet, non so chi ci sia dietro quelle persone. Chiedo scusa a chi involontariamente ho fatto del male».

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