Trovo parcheggio e pago ecco come funziona l’App
Addio “gratta e parcheggia” e vecchio Telepago. La nuova applicazione di Avm consente di prolungare la sosta e può essere usata anche per i vaporetti

26/03/2015 Roma, presentazione della fattura elettronica da parte della pubblica aministrazione, nella foto Alessandra Poggiani
Pagare il parcheggio con il telefonino e con la stessa applicazione comperare il biglietto per l’autobus o il tram. La tecnologia aiuta i pendolari veneziani. E viene da dire: «Finalmente».
Abbiamo provato ad usare la applicazione “Avm Venezia official app”, modificata da Avm inserendo la sosta oltre al pagamento dei titoli del trasporto pubblico locale. Un passo avanti soprattutto per chi parcheggia sugli stalli a strisce blu di Mestre che potrà ora, volendolo, fare a meno delle monetine per il parcometro, o del vecchio “gratta e parcheggia” di carta. E dire addio al vecchio “Telepago”, utilizzato in città solo da 600 persone. L’applicazione si scarica sul telefonino (Ios o Android). Ci si registra, inserendo il numero di targa e si inserisce una ricarica pagando con la carta di credito (Peccato, manca il pagamento con Paypal). Noi abbiamo caricato 10 euro. Ogni credito si utilizza fino ad esaurimento sia per parcheggiare sia per usare i mezzi pubblici.
Parcheggi più facili.
Per parcheggiare si cerca la via in cui si vuole lasciare l’auto utilizzando la mappa o scorrendo la lista di strade caricata. Si ottiene in visione la zona di parcheggio e il costo di sosta. Si indica l’orario fino a cui si intende lasciare l’auto in sosta. Poi si clicca su “conferma inizio sosta” e il sistema si attiva. Stiamo pagando il parcheggio.
Altre funzioni.
Si possono poi utilizzare altre funzioni: il “prolunga” per prorogare l’orario di sosta senza il fastidio di dover tornare all’auto. Lo si può fare dall’ufficio, dal bar, con comodità. Oppure si preme “stop”, se si sceglie di andare prima a prendere la vettura. In questo modo si paga l’effettiva durata della sosta, evitando di pagare di meno rischiando una contravvenzione. Noi abbiamo parcheggiato all’ex Umberto I e il conteggio è stato poi calcolato sull’effettivo tempo di sosta. Gli ausiliari della sosta, ci viene spiegato dai tecnici di Avm, sui loro palmari hanno segnate le targhe delle vetture in sosta nelle zone e quindi interfacciando i palmari all’applicazione, possono verificare la correttezza delle operazioni.
Duemila sensori.
Entro la prossima estate, l’applicazione per la sosta sulle strisce blu potrà contare anche sui nuovi sensori della “sosta intelligente”. Interessati sono quasi duemila stalli di sosta: 803 sono nella zona rossa attorno a piazza Ferretto e altri 1.051 nella zona arancio.
Ogni stallo di sosta avrà un numero e basterà digitarlo sull’applicazione (come sul parcometro) per cominciare a pagare la sosta. La novità era attesa a Mestre come una svolta per una mobilità più intelligente.
Cosa migliorare.
Importante sarà, una volta installati i sensori, vedere l’applicazione migliorata anche per visualizzare dal telefonino quali stalli sono liberi e così andare a cercare un parcheggio, senza girare a vuoto per il centro di Mestre, evitando così anche di inquinare.
Trasporto pubblico.
Per quanto riguarda i ticket del trasporto pubblico, la App non sostituisce la “Venezia unica” ma si affianca. La applicazione consente di acquistare dal biglietto di corsa semplice per 75 minuti al costo di 1,50 euro al biglietto metropolitano a quelli per più giorni dei turisti ma anche tratte extraurbane e gli abbonamenti. Ma il sistema non dialoga con la tessera “Venezia Unica”, evoluzione del vecchio Imob dove i titoli di viaggio vengono caricati elettricamente. E la corsa semplice non si usa per andare in aeroporto, altro limite storico del sistema di Actv. Quindi, la App può servire se ci si trova senza biglietto e abbonamento. Forse serve di più sicuramente al turista che al pendolare. Ad attivare il biglietto è l’utilizzatore e lo schermo con il biglietto caricato va mostrato al controllore sul bus. Si attiva a bordo, entro 3 minuti. Sui vaporetti si deve passare lo smartphone sotto i lettori del sistema, per far leggere il qr-code. Insomma, meno intuitivo. Specie per i non “nativi” digitali.
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