Trovato morto l’erede dei vini Geretto
SAN STINO. Potrebbe essere scivolato accidentalmente, perdendo l’equilibrio e finendo poi nel canale. Oppure potrebbe essere rimasto vittima di un improvviso malore. Solo l’autopsia, che si terrà oggi, potrà fare chiarezza sulla vicenda. Ma intanto tutto il Veneto Orientale è sotto shock per la tragica scomparsa di Antonio Geretto, 42 anni, uno dei rampolli dell’omonima azienda vinicola di San Stino, i cui vini sono apprezzati e conosciuti perfino negli Stati Uniti. Il corpo privo di vita di Antonio Geretto è stato ripescato ieri, poco prima delle 18, all’altezza dell’idrovora di Lison sul canale Loncon, dopo una giornata di intense ricerche che hanno mobilitato vigili del fuoco e carabinieri.
L’allarme era scattato, infatti, già alle 8 del mattino. A lanciare la prima segnalazione, secondo quanto si è appreso, sono stati alcuni tecnici del consorzio di bonifica che avevano notato la presenza di un’auto, una monovolume di colore grigio, parcheggiata nei pressi dell’idrovora di Lison con la portiera aperta, ma senza che all’interno o nelle vicinanze vi fosse traccia del proprietario. Sul posto si sono precipitati per primi i carabinieri della stazione di San Stino, poi raggiunti anche dai colleghi della Compagnia di Portogruaro, e quindi i vigili del fuoco del distaccamento della città del Lemene. Subito sono state attivate le procedure previste nel caso di ricerca di persone scomparse. Da Mestre sono giunti i sommozzatori e il nucleo cinofilo dei vigili del fuoco, coordinati dalla sala operativa mobile, mentre altre squadre di rinforzo sono arrivate anche da Caorle. Divisi in squadre, i soccorritori hanno battuto tutto il territorio, tra vigneti e boschi, anche con l'ausilio del gps, mentre a perlustrare la zona dall’alto ci ha pensato l’elicottero. Le ricerche dei sommozzatori, con l’ausilio anche di un’imbarcazione, si sono concentrate invece sul Loncon, perlustrando tutto il tratto di canale a valle dell’idrovora. Nel frattempo sul posto sono arrivati anche i familiari più stretti di Antonio Geretto, a iniziare dalla moglie, e gli amici di famiglia. Attorno al luogo della ricerca si sono radunati anche molti curiosi, perché la notizia ha fatto presto il giro del paese. L’amaro epilogo intorno alle 18, quando i sommozzatori hanno rinvenuto il corpo privo di vita di Antonio Geretto in un angolo proprio a ridosso della stessa idrovora.
Si tratta di un punto abbastanza profondo (circa 3,5 metri), dove peraltro sembra si formi anche un insidioso gioco di correnti, tanto che gli stessi soccorritori hanno dovuto operare con particolare attenzione. Il magistrato di turno ha subito provveduto a disporre l’autopsia, che dovrebbe essere eseguita già nella giornata di oggi. Le indagini, coordinate nella fase della ricerca dai carabinieri di San Stino, sono state trasferite ai militari di Portogruaro, competenti sul luogo del ritrovamento. Adesso si attendono gli esiti dell’esame autoptico, che potranno permettere di far luce sulle cause delle morte. Al momento una delle ipotesi in campo, forse la più accreditata, è che Antonio Geretto possa essere rimasto vittima di una tragica fatalità: una scivolata accidentale e la caduta nel canale, tanto più che sembra non sapesse nuotare. Antonio Geretto era ritornato da poco dalle ferie e ieri mattina si stava apprestando a iniziare una tranquilla giornata di lavoro nell’azienda di famiglia, presso cui era responsabile della produzione. Gli mancava poco per arrivare, circa 500 metri, forse si era fermato per espletare un bisogno fisiologico. Oppure potrebbe essere rimasto vittima di un malore. Non sarebbe emerso, invece, alcun indizio che possano far pensare a una morte violenta o ad altre cause volontarie.
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