Trovato morto in acqua l’autista eroe
CHIOGGIA. Il primo ad avvistarlo, verso le 9 di ieri, è stato un operaio della Cam (Conservificio allevatori molluschi): il corpo galleggiava davanti alla sede della nota azienda, a poche decine di metri dalla riva. Giulio Perini, 52 anni, autista Actv è morto in acqua. Proprio lui che, meno di un anno fa, aveva salvato dalle acque del canale Perotolo un bambino di 10 anni e che, dopo il suo eroico gesto, era stato “dimenticato” dalle istituzioni.
Avvertiti dal personale della Cam, la Capitaneria ha inviato sul posto la motovedetta e una pattuglia via terra, mentre i pompieri sono arrivati dalla vicina caserma con la barca, sulla quale il corpo è stato issato per essere poi portato all’obitorio di Chioggia. Sul posto anche la polizia alla quale il magistrato di turno ha affidato le indagini. Ma difficilmente si potrà sapere cosa sia esattamente accaduto: al momento non è certo neppure se l’uomo sia morto annegato o per altra causa e, per saperlo, occorrerà attendere l’eventuale esito degli esami dato che il magistrato deciderà oggi se disporre o meno l’autopsia.
Quello che si sa di certo è che il corpo non presentava alcuna ferita e le sue condizioni, ancora buone, fanno supporre una breve permanenza in acqua. Portava jeans e una maglietta a mezze maniche. Non portava calzature e non aveva con sé né documenti, né cellulare, né portafoglio. Ma la sua identificazione non è stata difficile. Diversi appartenenti alle forze dell’ordine, infatti, lo conoscevano, dato che abitava non lontano dal Commissariato: una volta rintracciati i familiari, si è subito avuta la certezza della sua identità.
Giulio Perini era stato visto, per l’ultima volta, dalla moglie e dai tre figli, domenica, una giornata di bel tempo che potrebbe giustificare l’abbigliamento che portava. Si era allontanato da casa, lasciando documenti ed effetti personali, ragion per cui i familiari non avevano presentato denuncia per scomparsa. L’uomo attraversava un periodo di nervosismo e inquietudine che lo maldisponevano, tanto da aver ottenuto un periodo di assenza per malattia dal posto di lavoro. Per tutte queste ragioni in famiglia avevano pensato che volesse starsene un po’ per conto suo e che presto sarebbe rientrato a casa. Invece l’hanno ritrovato nel peggiore dei modi. Il 52enne non ha lasciato biglietti o messaggi che facessero presumere intenzioni suicide e potrebbe essere caduto in acqua a causa di un malore. Se avesse indossato dei sandali (ma i familiari non lo sanno) potrebbe averli persi dopo la caduta in acqua.
La vicenda che l’aveva fatto conoscere a tutti, a giugno dell’anno scorso, era stato il salvataggio di un bambino che, correndo in bici, era caduto nel Perotolo. Lui, senza esitare, si era buttato in acqua, completamente vestito e aveva tirato su il bimbo e la bici. Poi era andato a casa a farsi una doccia e, ai ringraziamenti della famiglia del piccolo, aveva reagito con modestia, rifiutando perfino il telefonino nuovo che gli avevano offerto, visto che il suo si era rovinato in acqua. Poche settimane dopo, però, si era adombrato perché il Comune aveva reso omaggio ad altri tre chioggiotti che avevano salvato, tuffandosi in canal Lombardo, una signora che vi era caduta in macchina. «Giusto premiarli, ma perché io no?» aveva chiesto pubblicamente. Poi l’amministrazione aveva “recuperato” proponendogli un ringraziamento in consiglio comunale insieme a un altro chioggiotto che aveva salvato, a Venezia, una turista caduta in Canal Grande. Lui aspettava questa occasione con un certo orgoglio ma le vicende politiche (crisi di maggioranza e nuova giunta) gli hanno impedito di avere questa piccola soddisfazione. Probabilmente l’avrebbe avuta nel giro di poco tempo, ma il destino ha deciso diversamente.
Diego Degan
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