Trovato il corpo di Dragan CiganI genitori dei piccoli si difendono

A Cortellazzo il gesto eroico di un muratore bosniaco di 31 anni che si è lanciato al salvataggio assieme a un giovane marocchino. I bimbi di 7 e 4 anni giocavano in acqua e sono stati sorpresi da un vortice. Il ragazzo ha sentito le loro urla e non ha esitato. Un'onda lo ha portato via. I genitori dei piccoli vanno via dalla spiaggia: fermati dalla polizia
Il cognato di Dragan Cigan
Il cognato di Dragan Cigan
Dragan aveva 31 anni e due figli in Bosnia. Era un orfano della mattanza balcanica degli anni Novanta. Dragan non sapeva nuotare, ma quando ha sentito quei bambini chiedere aiuto si è buttato in acqua lo stesso. Ha visto i suoi figli in quei piccoli che l'acqua stava portando al largo. Ha preso per un braccio una bimba e l'ha salvata con l'aiuto di un marocchino. Poi un'onda si è portata via Dragan, per sempre. L'altro bimbo è stato portata a riva da dei ragazzi. Nessuno e tantomeno i parenti di Dragan sono stati ringraziati dai genitori dei piccoli. Una coppia di Roncade che dopo il fatto se ne è andata tra gli insulti dei bagnanti.

Sono le 11.45 di ieri mattina, la zona delle foci del Piave, spiaggia libera, è affollata. Migliaia di persone stanno facendo il bagno e prendendo il sole. E' un tratto di litorale insidioso, dove l'acqua del Piave incontra quella del mare creando pericolosi giochi di correnti. Non c'è una torretta per il salvataggio. Dragan Cigan, 31 anni, operaio edile residente in via Longa 7 a San Martino di Lupari, è lì con la sorella Zorica, il cognato Sveto Regojevic e il nipote di dieci anni. In spiaggia c'è anche una famiglia di Roncade. Padre, madre e due figli di 7 e 4 anni. Dragan e il nipote sono sugli scogli della dighetta costruita per salvare la sabbia dalle piene del fiume. Su quei massi è seduto anche H.R., 35 anni, marocchino. In acqua a pochi metri ci sono diversi bambini che si divertono a saltare. E' un punto dove si tocca. Il fondo si vede nitido anche da riva. Ma chi conosce questa foce di certo non lascrebbe dei bambini giocare tranquillamente da soli. Tra quei bambini ci sono anche la bambina e il fratellino di Roncade. All'improvviso la corrente crea un vortice. I due fratellini in un attimo vengono presi e spinti al largo. Cominciano a gridare: Dragan e il marocchino si accorgono di quanto sta accadendo. Il bosniaco dice al nipote di andare a chiamare il padre mentre lui si tuffa. Il marocchino scende e si attacca con una mano a uno scoglio e allunga l'altra verso il bosniaco che ha raggiunto la bambina. Non è facile avere ragione della corrente che spinge al largo. Le grida sono sentite anche da tre amici, due mestrini e un ragazzo di Mira. I tre accorrono. Uno entra in acqua e afferra il bambino di quattro anni che l'acqua non ha allontanato troppo. Gli altri due con una catena umana lo tornao a riva. Nel frattempo Dragan ha passato la bambina al marocchino. Nel momento in cui il giovane consegna la piccola tra le braccia dell'altro arriva un'onda, crea un vortice che porta sotto il giovane. Il suo corpo viene inghiottito dall'acqua. Un attimo e nessuno lo vede più, mentre il marocchino esausto si aggrappa alla diga.
Non ha più la forza di rituffarsi e cercare di salvare il bosniaco. Nessun altro si butta in acqua. Nessuna mano cerca di salvare Dragan.

Scatta l'allarme. E mentre tutti scrutano il mare con la speranza di vedere risalire il giovane bosniaco, la famigliola di Roncade fa fagotto per allontanarsi. Nessuno dei due genitori si avvicina alla sorella di Dragan che disperata grida il nome del fratello, al nipotino di dieci anni che in lacrime chiama lo zio. Niente di niente. Nemmeno un cenno di ringraziamento al marocchino che senza forze guarda quella maledetta foce. E mentre i trevigiani si stanno allontanando tra le imprecazioni degli altri bagnanti che si vergognano per loro arriva la polizia che porta tutti in commissariato.

Nel frattempo la macchina dei soccorsi si è messa in moto. Sul posto arrivano le imbarcazioni della Capitaneria di Porto e quelle dei sub dei vigili del fuoco, mentre dal cielo inizia le ricerche anche l'elicottero dei pompieri. Ma tutto è vano. Di Dragan nessuna traccia. Ore di ricerche senza esito. L'acqua per il momento non ha restituito il corpo del giovane immigrato. Questo tratto di mare è percorso da due correnti principali: una porta verso Jesolo, l'altra risale per un po' la foce del fiume. Per questo a volte i corpi di persone annegate a Cortellazzo sono stati trovati a monte della foce o davanti al faro di Jesolo. E' solo questione di tempo. Le ricerche sono state sospese quando il sole è tramontato. Riprenderanno questa mattina quando sorgerà.

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