Trovata la prima traccia dei rapinatori

Un’orma di fango è il punto di partenza per catturare i predoni che hanno sequestrato un immobiliarista e la sua famiglia

SELVAZZANO. Per accedere alla proprietà dell'imprenditore Giuliano Dalla Libera di via Vegri, quando martedì sera erano da poco passate le 19, i rapinatori avrebbero scavalcato un muretto in mattoni alto circa 1 metro nei pressi dell'entrata secondaria da dove parte un vialetto in erba che conduce alla villa. Si tratta della cancellata sul lato sinistro della proprietà, in via Bressan a ridosso del canile e del Distretto Veterinario. Da quella parte due ore più tardi sarebbero anche fuggiti con il bottino. Ad avvalorare questa ipotesi sono alcune tracce di fango trovate dagli investigatori sul rivestimento di travertino chiaro del muretto. Tracce relative al tacco di una scarpa. A ridosso della cancellata sul lato sinistro della villa, simile a quella principale ma che non viene mai usata dai proprietari, c'è un piccolo parcheggio nascosto su due lati da una siepe molto alta dove il commando potrebbe aver lasciato l'auto con un complice a bordo, usata per la fuga.

Ostaggi per 2 ore. La moglie del 61enne immobiliarista, Alessandra Ganassin, ed il figlio tredicenne sono stati bloccati dai banditi sulla porta di casa, subito dopo che avevano disattivato l'allarme. Dopo aver chiesto alla donna dov'era la cassaforte e avuta la risposta che l'abitazione è sprovvista, la signora è stata immobilizzata alle mani con dei lacci di plastica e una volta tirato sulla testa il cappuccio della felpa che indossava è stata fatta sdraiare sul pavimento del salotto. La stessa sorte i banditi l'hanno riservata al figlio che oltre alle mani hanno legato anche ai piedi. Una quarantina di minuti più tardi è rincasato Dalla Libera a cui i predoni, minacciandolo con le armi, hanno fatto la stessa domanda: «Dicci dov'è la cassaforte».

Il bottino. Una volta che si sono convinti dell'inesistenza di un armadio blindato, hanno preteso tutto il denaro che la coppia teneva: circa 70 euro contenuti nel portafogli della donna e 4/500 euro in quello dell'imprenditore. Prima di legarlo e incappucciarlo si sono fatti indicare dove si trovavano gli oggetti di valore. Hanno arraffato due orologi, di cui uno (quello di Dalla Libera) di valore perché prodotto da una nota azienda in un numero limitato, un bracciale d'oro e un anello della moglie, un servizio di posateria in argento per 24 persone e altri monili. Da una prima sommaria stima si parla di un valore complessivo di poco superiore ai 100mila euro.

Le indagini. Per gli investigatori arrivare agli autori della rapina, che martedì ha fatto vivere per quasi due ore nel terrore Giuliano Dalla Libera, la moglie Alessandra Ganassin, architetto di 51 anni, originaria di Bassano, ed il figlio di 13 anni, non sarà cosa facile. Le tracce dell'intrusione lasciate sul posto dai 4, forse 5 banditi sono poche. Sembra non ci siano immagini di telecamere che possano supportare gli inquirenti nel difficile compito. L'auto adoperata dai banditi per la fuga non è ancora stata trovata.

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