Troppi vandali. Sala parrocchiale costretta a chiudere

MESTRE. Doveva essere una sala parrocchiale da usare per il catechismo, le riunioni della comunità e altri incontri dei fedeli, un posto riscaldato e con un bagno. Peccato che nel corso degli ultimi mesi padre Anatoliesia stato costretto a rinunciare ai suoi obiettivi perché la sala viene continuamente presa di mira dai vandali. «Come minimo prima di iniziare ogni attività», racconta il parroco, «dovrò mettere le inferriate alle finestre». I fatti di questa vicenda si svolgono nell’area dell’ex Umberto I. Un anno fa la chiesetta all’interno dell’area dell’ex ospedale di Mestre è stata assegnata all’Arcidiocesi ortodossa d'Italia e di Malta del Patriarcato ecumenico.
Oltre alla chiesetta, inaugurata la scorsa primavera, la comunità ha ricevuto in concessione dalla proprietà dell’area e con la sponda del Comune anche il piano terra dell’ex direzione lavori, l’edificio di mattoni rossi all’ingresso di via Einaudi. «Avevamo cominciato il lavoro di ristrutturazione del piano, sistemando i vetri, stendendo i cavi per la corrente e allestendo il bagno», prosegue il parroco della chiesetta, che si prende cura dei due edifici ogni fine settimana, «ma purtroppo nel corso degli ultimi mesi l’edificio è stato più volte preso di mira dai vandali. Hanno spaccato i vetri, staccato i cavi, messo a soqquadro le poche cose ci sono. Purtroppo in queste condizioni è impossibile pensare di poter aprire una vera e propria sala parrocchiale». I raid vandalici, sempre notturni, hanno messo in ginocchio il bilancio parrocchiale, e sono già stati segnalati e denunciati più volte dalla comunità alla polizia locale, che un paio di volte negli ultimi mesi è andata anche in sopralluogo, senza poter ovviamente garantire una vigilanza 24 ore su 24.
«Lo capisco», dice il parroco, «ma chiaramente neppure io posso stare qui tutte le notti. Per questo stiamo cercando una soluzione, se fosse possibile anche con l’aiuto del Comune». A sostenere la parrocchia è in questi giorni anche il comitato Marco Polo. Come comitato riterremo utile che il comune ristrutturasse alla bene meglio la ex casa delle suore vicina alla piccola chiesa per poi darla in concessione al parroco, così che questi, vivendo all’interno possa vigilare sull’area». Una delle ipotesi è che i raid vandalici siano firmati dai gruppi di ragazzi che spesso si trovano nell’area del parco di via Einaudi e del centro culturale Candiani.
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