«Troppi turisti, i Tetrarchi a rischio»
Esposto alla Soprintendenza per i marmi di San Marco: i visitatori poco educati mettono in pericolo la celebre scultura
Tetrarchi e pilastri acritani a rischio. L’onda pesante del turismo di massa crea pericoli anche alla conservazione dei monumenti. E mentre la Basilica, le sue colonne e i pavimenti, come le colonne di Marco e Todaro sono in parte transennati e protetti, per i monumenti all’aperto nell’angolo del Tesoro, verso il palazzo Ducale e la Porta della Carta, sono preda di comitive, curiosi, turisti non sempre rispettosi. In tanti si siedono, toccano le pietre e i preziosi bassorilievi, mangiano i panini con le carte del prosciutto a pochi centimetri dai marmi bizantini. «Il monumento dei Tetrarchi e l’angolo della Chiesa di San Marco sono esposti al pericolo», denuncia Umberto Piasentin. Veneziano che di battaglie civiche ne ha fatte tante. Dieci anni fa a capo di un comitato di residenti aveva portato in Tribunale un’impresa che stava costruendo nuove case a Sant’Alvise. «Dieci anni e 15 mila euro di spese», racconta, «alla fine il Tar ci ha dato ragione. E ha fatto allontanare le costruzioni. Non hanno fatto case per residenti, ma bed and breakfast per i turisti, come dicevamo».
La nuova battaglia adesso è quella in difesa dei monumenti minacciati dal turismo. Dal 2007 a oggi il numero dei visitatori è più che raddoppiato. L’anno che sta per chiudersi potrebbe raggiungere la quota record di 40 milioni di visitatori. E quasi tutti vogliono vedere San Marco.
Piasentin ha deciso di sollevare il caso e sensibilizzare le autorità preposte alla tutela. «Ho notato che spesso turisti molto accaldati si riposano seduti, toccano il monumento, si fanno un panino. L’ho segnalato più volte ai custodi di palazzo Ducale, mi hanno detto che lo sgombero di chi si siede tocca ai vigili urbani, che però non ho visto». Il gruppo di appassionati capitanato da Piasentin intende ora segnalare la vicenda alla Soprintendenza; «Crediamo che il monumento dei Tetrarchi dovrebbe essere protetto come si è fatto con il resto del perimetro della Basilica».
La scultura detta dei Tetrarchi, in porfido egiziano, è uno dei capolavori dell’arte tardoantica. Portata in laguna, al pari di altre e dei pilastri, al termine della Quarta crociata del 1204. Opera sicuramente costantinopolitana, di grande raffinatezza artistica, sta a testimoniare la potenza dei Tetrarchi e la pace. Un gruppo marmoreo di rara bellezza, che fascia l’angolo di San Marco, decorato da splendidi marmi, al confine con la monumentale porta della Carta, ingresso a palazzo Ducale. Sui marmi ci si può sedere, le sculture si possono toccare. «Sono a rischio», dice Piasentin, «perché si stanno consumando», Stesso destino per i marmi e i pavimenti di San Marco. Adesso in parte protetti dopo il degrado che ne ha interessato una parte per il calpestìo di milioni di turisti. Mosaici in pietra che narrano la storia del mondo, che hanno resistito per secoli a tutto: guerre, acque alte, degrado. Sono state in parte ricoperte dopo l’allarme lanciato dagli architetti della Soprintendenza. Ma adesso il turismo di massa rischia di accelerare il processo di degrado. Il museo all’aperto rappresentato dalla Piazzetta è pienamente fruibile ai visitatori. Ma a lungo andare, denuncia Piasentin, quelle sculture uniche al mondo rischiano la distruzione. Facciamo appello alla Soprintendenza affinché prenda in considerazione questo aspetto. Non è possibile vedere le carte del prosciutto abbandonate sotto uno dei monumenti più importanti del mondo».
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