Troppi poveri a Chioggia «L’ostello ai senzatetto»

L’ex sindaco Guarnieri chiede al Comune di usare la struttura per i casi più gravi L’assessore Tiozzo: «L’assistenzialismo è fallimentare, meglio i contributi mirati»
Di Elisabetta B.anzoletti
mph07b Elisabetta Donaggio 14/10/2006 Chioggia: ostello della gioventù di calle Luccarini - cantiere spazio urbano, ostello della gioventù e inaugurazione
mph07b Elisabetta Donaggio 14/10/2006 Chioggia: ostello della gioventù di calle Luccarini - cantiere spazio urbano, ostello della gioventù e inaugurazione

CHIOGGIA. Famiglie che dormono in auto, in garage e nelle barche e persone che rubano in supermercato per fame. Una situazione d’emergenza sociale e abitativa su cui torna a chiedere soluzioni il capogruppo di Sel, Fortunato Guarnieri, suggerendo alla giunta di utilizzare una parte dell’ostello Domus Clugiae per ospitare i casi più disperati.

Ipotesi impercorribile secondo l’amministrazione Casson, che all’assistenzialismo preferisce misure di sostegno all’affitto e percorsi formativi per trovare lavoro. Al lunghissimo elenco di persone che attendono un alloggio popolare, negli ultimi due anni si sono aggiunte decine di casi di famiglie che non riescono più a pagare l’affitto o il mutuo finendo per trovarsi in mezzo alla strada. «Conosco personalmente famiglie che dormono all’addiaccio», spiega Guarnieri, «senza le minime condizioni igieniche. Il sostegno comunale di 200-300 euro non risolve la questione quando gli affitti o i mutui assorbono quasi tutto lo stipendio per chi un lavoro ce l’ha. La legge impone un’azione che non può essere certamente l’albergo, ma nemmeno una pacca sulla spalla».

Nell’emergenza Guarnieri suggerisce di utilizzare l’ex caserma di calle Luccarini che è stata comprata e ristrutturata proprio dalla sua giunta e poi affidata ad un’associazione per la gestione come ostello. «Dato che in alcuni periodi dell’anno la struttura è in parte vuota», sostiene l’ex sindaco, «e che la società la utilizza senza pagare nulla al Comune, si potrebbe usarne una parte per ospitare i casi più complicati in attesa di trovare una soluzione definitiva. I costi per il Comune sarebbero risibili e forse risparmierebbe pure trattenendo per quel periodo il sostegno assegnato».

Altre le strategie scelte dalla giunta. «Il mero assistenzialismo si è dimostrato fallimentare», spiega l’assessore al sociale, Massimiliano Tiozzo, «la politica di sistemare le persone a vita negli alberghi non è la soluzione. Le persone vanno sostenute e mantenute nel loro ambiente, aiutandole semmai a pagare l’affitto, anche con contributi importanti. Sarebbe meno oneroso e più semplice anche per noi spostarli in ostello, ma diventerebbe un ghetto. Per molti casi abbiamo intrapreso un percorso di sostegno all’affitto e di formazione per l’inserimento lavorativo». Conclude: «Non è vero che la società usa l’ostello a titolo gratuito, per un paio d’anni è stato scontato l’affitto perché avevano fatto dei lavori a loro spese, da quest’anno pagheranno 15-20.000 euro l’anno di canone. Comunque i gestori hanno già dimostrato sensibilità per situazioni sociali particolari».

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