«Troppi morti, ora dateci i dissuasori»

La protesta dei residenti lungo la provinciale 13: «Quattro vittime in quattro mesi ma la Città metropolitana non fa nulla»
Di Alessandro Abbadir

DOLO. «Questa strada è lastricata di morti, non ne possiamo più. I comuni di Camponogara, di Dolo e la ex provincia, ora Città metropolitana, intervengano mettendo dei dissuasori. Così non si può andare avanti: ci sono stati quattro morti in quattro mesi». A sollevare il problema sono i residenti che si trovano lungo la provinciale 13 quella per intenderci che da Dolo porta a Piove di Sacco. Molti sono esasperati: hanno dovuto soccorrere persone ferite gravemente. Per alcuni, purtroppo, non c’era più nulla da fare.

L’ultima vittima è capitata domenica verso le 13,15 quando Antonillo Stefani ex benzinaio residente a Mira, stava transitando con la sua auto una Volkswagen Passat da Camponogara verso Dolo.

L’uomo stava rientrando dopo un pranzo che aveva passato in compagnia di parenti. Avrebbe tentato, secondo alcuni testimoni, un sorpasso azzardato. Una versione che deve essere verificata dai carabinieri che hanno rilevato il sinistro.

Fatto sta, che ha perso il controllo del mezzo e prima ha centrato con l’auto un platano che si trovava ai lati della carreggiata e poi con l’auto si è cappottato sulla provinciale davanti ad un bar. L’uomo è morto sul colpo.

A raccontare ancora sconvolto cosa è successo domenica è Franco Niero titolare del bar che proprio in un incidente stradale in località Arzerini qualche mese fa ha perso il figlio Massimo. «Ho sentito un gran botto», racconta, «e con un cliente siamo usciti. Abbiamo cercato di prestare i primi soccorsi cercando di tirare fuori il conducente dal mezzo capottato sulla carreggiata. Ma purtroppo per lui non c’era più nulla da fare come hanno constatato il medico dell’ambulanze giunto sul posto dopo pochi minuti».

«Questa strada è pericolosissima», continua, «un retilineo con platani da Dolo fino a Corte di Piove di Sacco. È da anni che chiediamo maggiori controlli. Corrono ad alta velocità sia di notte che di giorno. I controlli di vigili e carabinieri? Se ne vedono pochi davvero».

La pensa così anche Leonardo Carraro, che abita a due passi dal luogo dell’incidente. «Ogni volta che capita il morto», dice Carraro, «tutti promettono più sicurezza e controlli. Passata la commozione e i primi giorni però il problema viene dimenticato fino alla prossima tragedia».

Per avere dei dissuasori sulla provinciale 13 erano state fatte anche delle petizioni. La ex provincia però ha risposto che non era possibile piazzarli, perché si tratta di una strada ad alto scorrimento.

Intanto ieri mattina la Procura della Repubblica di Venezia ha messo a disposizione della famiglia il corpo di Antonillo Stefani che risiedeva al civico 16 di via Albinoni a Mira Taglio, poco distante dalla caserma dei vigili urbani. I funerali si terranno nei prossimi giorni nella chiesa di San Nicolò a Mira Taglio. Lascia la moglie Daniela e il figlio Eddy. Aveva lavorato come gestore di una pompa di benzina la Q8 in via Roma in centro a Spinea. Era molto conosciuto nel centro cittadino per aver partecipato alle elezioni comunali nel 2014 come candidato consigliere per la Lega Nord.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia