Troppi controlli, barista di San Donà richiude il suo locale

SAN DONA'. Controlli sul servizio per asporto, chiude l’Oasi del caffè in corso Trentin. Era stato tra i primi a riaprire, assieme allo storico bar Girardi in via Cian, al Massili di via XIII Martiri, poi il Tiffany in piazza Indipendenza e altri. Si stanno aggiungendo anche il Que Rico Cafè in piazza, poi il Carpe Diem in corso Trentin, il Ciro’s.
Ma l’Oasi di Marco Verona non ci sarà. Troppo complicato rispettare l’ordinanza che prevede, se possibile, la prenotazione via telefono. Il sindaco, Andrea Cereser, in uno dei suoi quotidiani post e interventi ha invitato a rispettare al dettaglio la normativa, compresa la prenotazione sulla quale ci sono dubbi riguardo al fatto che sia facoltativa.
«Con molta lucidità», spiega Marco Verona dell’Oasi, «confermiamo la scelta di richiudere il nostro bar. Dopo un incontro con la polizia locale ci è risultata evidente l’impossibilità di svolgere il nostro lavoro nel rispetto delle regole così come intese e interpretate. Vogliamo lavorare in modo onesto e corretto. Risulta impossibile per un bar in centro, in piena isola pedonale, ricevere sempre prenotazioni via sms o mail o comunque tracciabili. Diventa difficile far comprendere ai clienti che quanto preso si intenda da consumare a casa e o in ufficio. Sarebbe triste e ci sentiremo in colpa se i clienti venissero multati per aver bevuto un caffè o uno spritz anche lontano da noi, ma fuori in città. È evidente che “per asporto” è inteso solo prenotato in modo tracciabile e consumato a casa o nel luogo di lavoro. Aspetteremo di riaprire quando sarà possibile lavorare in sicurezza nostra e dei clienti nel rispetto delle leggi. Un grande in bocca al lupo ai tanti colleghi che ci proveranno che ammiriamo».
In questi giorni, anche in rete e sui social, sono state tante le delazioni di chi segnalava inevitabili code o persone che bevevano un caffè in piazza o lungo il corso. Al ristorante e bar la Cacciatora di Caposile, i tenaci fratelli Paolo e Sergio Ferrazzo sono stati alfieri dell’asporto: «Chi ci ha creduto in questo periodo va premiato per l’impegno e il sacrificio perché è davvero dura lavorare giorno per giorno in questo clima diffuso di incertezze e paure, con tante normative complicate per tutti. Noi con le nostre famiglie ci siamo sempre stati, per i clienti affezionati e per chi è arrivato alla nostra porta garantendo anche un servizio ai cittadini, per non chiudere tutto e lasciare il deserto». —
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