Troppi casi di morbillo: «In Italia i due terzi di tutta Europa»

Esperti riuniti dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti. «Sui vaccini la discussione sia fondata su studi scientifici»

VENEZIA. Dei 4.500 casi di morbillo registrati in Europa 3.500, più dei due terzi, sono in Italia. Segno preoccupante che con la diminuzione dei vaccini la situazione epidemiologica sta peggiorando. Solo uno dei dati messi insieme da Cesare Montecucco, professore di Patologia all’Università di Padova, autore di scoperte importanti. Adesso Montecucco, insieme al collega oncologo Alberto Amadori e a Matteo Bassetti (Malattie infettive dell’Università di Udine) è il relatore di un «Position paper» sui vaccini. Un sistema in uso in Germania e in altri Paesi europei, con cui si fa il punto scientifico su questioni sociali di attualità.

Iniziativa, la prima di questo genere, dell’Istituto veneto di Scienze, Lettere e Arti che sarà presentata in gennaio. «Vogliamo proporre alla città e alla politica», spiega il presidente, lo storico Gherardo Ortalli, «una base di discussione fondata sugli studi di esperti di livello internazionale». «Abbiamo valutato per la prima volta anche gli aspetti giuridici e sociali delle mancate vaccinazioni», spiega il professor Montecucco, «c’è anche una responsabilità civile. Chi paga i danni prodotti alla collettività dalle decisioni dei singoli?».

Si tratta, secondo gli studiosi, «di tenere alta l’attenzione su quello che è un problema di comunità». Lo studio indaga sulle tipologie di vaccini e sulla loro efficacia. «La poliomielite», scrivono i professori, «è stata debellata grazie al vaccino, così come il vaiolo. Ma l’importante è che la guardia non venga abbassata. Al di sotto del 95 per cento di vaccinati la copertura non è più sicura». I vaccini non sono farmaci ma strumenti di prevenzione. Come la cintura in auto o una polizza di assicurazione. I vaccini, aggiungono, «sono composti da patogeni inattivati o attenuati che non causano alcun effetto secondario. Sono dunque «sicuri». E l’organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha calcolato che grazie alle vaccinazioni si evitano dai 2 ai 3 milioni di morti ogni anno e si prevengono malattie invalidanti.

Secondo il decreto Lorenzin, approvato il 31 luglio 2017, l’obbligo vaccinale riguarda i minori di 16 anni. I vaccini obbligatori sono 9, più quello per la varicella a partire dal 2017: poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, influenza Hb, morbillo, rosolia, parotite, varicella. Infine un’analisi «sociologica». «Il rifiuto di vaccinarsi», continua lo studio, «deriva in parte dalla perdita di memoria storica. Non ci si ricorda gli effetti devastanti di alcune malattie che grazie all’introduzione dei vaccini sono oggi praticamente scomparse».

C’è anche il principio dell’uno vale uno.

«C’è chi ritiene, scrivono i professori, «che un’infarinatura scientifica raffazzonata su wikipedia e i blog possa sostituire un lungo e faticoso percorso di studio scientifico. Citando Umberto Eco: «I social hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli, che prima parlavano solo al bar. Venivano messi subito a tacere. Mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».

In conclusione è necessario adesso, secondo gli studiosi, «diffondere informazioni autorevoli e sull’utilità di vaccinarsi. Tenere alta l’allerta ed estendere semmai l’obbligo a anche a nuove malattie come meningite, polmonite, influenza, Herpes Zoster. —


 

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