«Troppi barconi in ferro scatta l’emergenza nei rii»
«Ma non dovevano vietare le barche in ferro nei rii? Invece la situazione peggiora di giorno in giorno. Non ci sono regole, e ognuno fa quello che gli pare. E andare a remi nei canali è diventato molto difficile». È lo sfogo di Marco Zanon, gondoliere ed ex regatante, che ha scattato ieri mattina alcune foto emblematiche della situazione nei rii interni durante il suo turno di lavoro. «In rio di Santa Marina», racconta, stanno facendo lavori di restauro per creare altri due alberghi, non ce ne fossero abbastanza. I materiali e le gru vengono portati con enormi barconi in ferro. Che si appoggiano alle ri ve e non sono compatibili con la delicatezza di questa città. Perché nessuno interviene?».
Lo «stop» alle barche in ferro, richiesto da anni, era stato annunciato qualche mese fa dall’assessore alla Mobilità Ugo Bergamo, insieme a un pacchetto di altri provvedimenti per disciplinare il traffico nei rii. Ma non se ne è fatto nulla. Erano insorte le categorie, i trasportatori insieme alle imprese edili, minacciando lo sciopero delle attività.
Eppure il regolamento comunale vieta espressamente l’utilizzo di barche in ferro nei rii del centro storico. In una formulazione successiva le barche in ferro vengono accettate, ma con l’introduzione di bottazzi e protezione in gomma. Pian piano tutti si sono dotati di grandi barconi in ferro, più resistenti e duraturi ma sicuramente non adatti alla città. Un permissivismo che ha messo anche in ginocchio i cantieri per la costruzione dei «topi» tradizionali in legno. E adesso è di nuovo caos. Con la protesta dei gondolieri che non riescono più a transitare per i canali. Situazione traffico pesante anche in Canal Grande. Il sistema Argos funziona, e cominciano ad arrivare le prime multe. Non soltanto per i divieti di velocità, ma anche per la contravvenzione a ordinanze sulle fasce orarie e per i divieti di «carovane» la mattina. Particolarmente colpiti i motoscafi taxi e del noleggio. «Una situazione per noi particolarmente pesante», denuncia Andrea, un operatore del settore, «adesso ci vogliono mettere il Gps. È come un braccialetto elettronico, come se in Comune mettessero le telecamere negli uffici per vedere se la gente lavora.
Mentre invece Alilaguna, che è una società pubblica solo per il 40 per cento, svolge servizi di linea in Canal Grande a discapito di Actv senza averle prese da un regolare bando. E a noi tutte queste limitazioni che ci impediscono di fare i servizi di noleggio».
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