Troppe torte fatte in casa Pasticceri “veri” in rivolta

Chioggia. Cresce il fenomeno della vendita abusiva di dolci con il passaparola La Confartigianato denuncia: concorrenza sleale e assenza di controlli igienici
27 luglio 2005 Corso Vittorio Emanuele , Pasticceria coop. Arca (VIGATO) 27 luglio 2005 Corso Vittorio Emanuele , Pasticceria coop. Arca (VIGATO)
27 luglio 2005 Corso Vittorio Emanuele , Pasticceria coop. Arca (VIGATO) 27 luglio 2005 Corso Vittorio Emanuele , Pasticceria coop. Arca (VIGATO)

CHIOGGIA. Torte vere, pasticceri finti. La Confartigianato lancia l’allarme sulla diffusione di improvvisati pasticceri che apprendono le tecniche dalla tv o da internet e poi vendono tramite il passaparola o i social network.

Un fenomeno in espansione che configura concorrenza sleale per la categoria professionale e potenziali rischi per i consumatori dato che le torte vengono prodotte in assenza di controlli sul rispetto delle norme igienico-sanitarie.

La moltiplicazione di programmi televisivi, ricettari e blog di cucina sta creando un effetto emulazione che supera la semplice passione per i fornelli creando a volte profili poco leciti. A Chioggia da mesi sono fioriti pasticceri abusivi che si ingegnano nella produzione di torte, anche superdecorate, nella mura di casa. Il tutto ovviamente in nero e senza alcuna garanzia sui prodotti utilizzati e sui modi di conservazione. «Noi pasticcieri», spiega Renzo Ballarin rappresentante del settore pasticceria in Confartigianato, «dobbiamo attenerci a normative molto rigide di tutela dell’igiene nella lavorazione e conservazione dei prodotti. Le autorità sanitarie costantemente monitorano il nostro lavoro e gli ambienti dove operiamo in modo da garantire la salute del consumatore. Inoltre, come tutte le imprese artigiane, dobbiamo ottenere specifiche autorizzazioni per operare, dimostrare la nostra capacità professionale con un percorso di apprendimento, rispettare le normative sull’ambiente e la sicurezza occupando parte del tempo in corsi di aggiornamento. Queste situazioni non sono più tollerabili, non si può scherzare sulla salute della gente. Siamo anche arrivati a casi paradossali con torte abusive che vengono presentate con gli imballi delle nostre pasticcerie». I pasticceri della città sono stanchi di subire la concorrenza sleale e hanno chiesto anche ai vertici della categoria di prendere posizione. «Non siamo più di fronte ad una legittima passione culinaria», spiega il segretario di Confartigianato, Renzo Voltolina, «si tratta di una vera e propria forma di abusivismo diffuso. La situazione è estremamente delicata perché, nel caso specifico, il privato non solo fa una concorrenza sleale e una chiara evasione delle tasse, ma mette a rischio la salute delle persone. L’improvvisato pasticcere non opera in locali autorizzati, nei quali vige l’obbligo del rispetto di tutte le norme igienico-sanitarie, non fornisce alcuna informazione sulle materie prime, sui tempi di preparazione, di lavorazione e sulla scadenza del prodotto».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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