«Troppe tasse, chiudo» Addio allo Yacht Bar

CAORLE. Chiude lo storico Yacht Bar di Porto S. Margherita: «Una scelta obbligata da regole comunali troppo rigide e una pressione fiscale ormai insostenibile». La decisione è presa, Claudia e...

CAORLE. Chiude lo storico Yacht Bar di Porto S. Margherita: «Una scelta obbligata da regole comunali troppo rigide e una pressione fiscale ormai insostenibile». La decisione è presa, Claudia e Alberto Rampazzo, che dal 2000 gestiscono uno dei locali più conosciuti nella frazione di Caorle, di fronte alla darsena Marina 4, hanno scelto di chiudere definitivamente le porte dello Yacht Bar, attivo nel territorio dal 1969. Il motivo? Non è dovuto a cause di salute ma dettato da rigide regole economiche che non consentono più ai titolari di affrontare in modo dignitoso gli impegni nei confronti dei vari attori del mercato.

«A livello comunale ci stanno strangolando», spiega Alberto Rampazzo, «tra esorbitanti e poco ponderati costi per il plateatico, tariffe Tari alle stelle, ingiustificate e sovradimensionate, oltre alle già note difficoltà date dalla recessione generale, non riusciamo più a garantire il servizio, per tanto preferiamo spostarci verso altri territori più interni».

I Rampazzo, infatti, originari di Concordia, stanno già pensando di spostare la loro attività verso quelle zone. «Il Comune dovrebbe remare con criterio in favore della località, invece non è così e Porto S. Margherita, che ha un ruolo importante nelle casse comunali, soffre da sempre questo disagio», continua il titolare, «non c’è alcun investimento nella frazione, solamente tasse da pagare. Si dovrebbe avere un occhio di riguardo per chi crea l’economia locale, dato anche il continuo sviluppo di realtà esterne che creano concorrenza, perché abbassare i costi significa anche poter reinvestire sulle risorse umane creando posti di lavoro e incentivando le aspettative dei giovani che necessitano di avere più redditività».

Gemma Canzoneri

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