«Troppe sagre paesane» la protesta di Assoristora
Sagre paesane, fatturato da un milione di euro in tutto il Sandonatese. I ristoratori del Veneto Orientale hanno calcolato che a tanto ammontano i ricavi di questi eventi che punteggiano il territorio tra Basso Piave e litorale. Sagre fortemente radicate nelle comunità, spesso collegate anche alle parrocchie, e intoccabili anche dal punto di vista fiscale o sanitario. E mentre i ristoranti si vedono arrivare le tasse per i rifiuti da pagare con le prime rate, monta la protesta.
«Siamo alle solite», dice il presidente di Assoristora, Flavio Doretto, «nulla da dire contro le sagre, ma ormai hanno una dimensione fortemente concorrenziale nei nostri confronti e non giochiamo ad armi pari, perché loro possono contare sul volontariato, il personale amico e di certo non sono sommersi di tasse come lo siamo noi».
La Confcommercio sposa in pieno questa protesta, tanto che solo qualche tempo fa proponeva di tassarle. «Se accadesse», spiega il presidente della Confcommercio mandamentale, Angelo Faloppa, «le risorse stimate per il Paese sarebbero di circa cinque miliardi di euro secondo uno studio accurato della Fipe Confcommercio. La stessa ha fatto appello al vice ministro dell’Economia e Finanze, Luigi Casero, per cercare di analizzare la questione. C'è un aumento continuo delle sagre, lo scarso controllo sui circoli privati. Il mercato della somministrazione sviluppa parallelamente un business di dimensioni stimate attorno al 15% rispetto a quello ufficiale. E alcune delle loro esenzioni sono valutate dalla Commissione europea come “Aiuto di Stato”. La federazione ha rilanciato la questione all’Antitrust a livello nazionale e comunitario, proprio perché senza privilegi possiamo accelerare la ripresa economica. Le nostre imprese hanno tutti gli oneri fiscali, igienico-sanitari, amministrativi e di sicurezza. E allora», conclude il presidente Angelo Faloppa, «basta con il proliferare di sagre che non riflettono l’identità e la cultura del territorio, o i circoli privati fuori da ogni controllo con la loro concorrenza sleale. È verosimile pensare a un milione di fatturato solo in questo territorio ed è davvero tanto».
Assoristora, consorzio dei ristoratori del Veneto Orientale, si era scagliato anche contro gli agriturismi e la loro concorrenza per via di tassazione, gestione personale e prodotti che dovrebbe essere esclusivamente interni alle aziende.
Giovanni Cagnassi
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