Troppe sagre in Riviera l’Ascom chiede di ridurle

Il presidente Matterazzo: «Più di cento eventi all’anno sono un’esagerazione» I ristoranti lamentano una diminuzione di clientela: «Costi troppo elevati»
per il bene fabio livieri - Il nuovo sindaco Fabio Livieri
per il bene fabio livieri - Il nuovo sindaco Fabio Livieri

DOLO. Allarme sagre in Riviera del Brenta. Ce ne sono troppe sempre più frequentate a causa della crisi e provocano un crollo di fatturato per bar, ristoranti pub e gastronomie.

A certificarlo è il presidente dell’Ascom della Riviera del Brenta Ennio Matterazzo. Matterazzo da mesi raccoglie le lamentele di centinaia di iscritti alla sua associazione. «Nel comprensorio dei 10 comuni della Riviera del Brenta», dice Matterazzo, «ci sono ogni anno come minimo 120 eventi fra sagre, feste della birra o del vino varie, antiche fiere inventate di sana pianta e miriadi di eventi dai nomi più fantasiosi. Eventi che hanno come comune denominatore la gastronomia e il cibo a basso costo. Questi momenti volontaristici, che si sviluppano durante tutto l’arco dell’anno soprattutto nei week end, sono spesso creati per finanziare la parrocchia o appuntamenti con la beneficienza. Spesso semplicemente sono a scopo di lucro con un paravento sociale. Va detto, però, che oltre a non essere soggetti a controlli capillari sulle condizioni igieniche come ristoranti e pub e pizzerie, hanno anche una decontribuzione fiscale che li favorisce».

«Tutto questo va unito al fatto che», ammette Matterazzo, «in questi anni a causa della crisi, sempre più persone si recano alle sagre dove per mangiare si paga di meno. Ciò succede perché in un ristorante i costi del personale sono fissi e regolamentati per legge e non si può certo far passare per volontario un cameriere e un cuoco».

L’Ascom chiede l’intervento dei sindaci della Riviera del Brenta per limitare un fenomeno che rischia di far chiudere decine di esercizi commerciali. Una risposta arriva dal vicepresidente dei sindaci dell’Asl 13, Fabio Livieri .

«Le lamentele dei commercianti», dice Livieri, «sono comprensibili. Va detto, però, che come sindaci non possiamo certo vietare le sagre se le associazioni che le organizzano hanno tutti i permessi in regola. Andrà fatta più attenzione su quegli eventi inventati di sana pianta a scopo di lucro non legati ad alcuna tradizione». Il sindaco aggiunge: «Se necessario con i vigili», spiega, «faremo controlli fiscali ad hoc, coinvolgendo la Guardia di finanza per vedere se qualcuno fa il furbo. Saranno stretti anche i controlli di tipo sanitario». L’Ascom, intanto, non se la mette via, ed intende portare la questione all’attenzione della prossima conferenza dei sindaci, che si terrà a Campolongo entro questo mese.

Alessandro Abbadir

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