Troppe ore al pc e addio rapporti personali: gli studenti della Iuav bocciano la didattica online

Oltre alle criticità di carattere tecnico, spuntano anche molti aspetti positivi: accessibilità e disponibilità dei professori  
24/03/2020 Roma, studentessa segue lezione del professore con collegamento internet a casa , collegata con gli altri studenti della classe in videochat
24/03/2020 Roma, studentessa segue lezione del professore con collegamento internet a casa , collegata con gli altri studenti della classe in videochat

VENEZIA. Didattica a distanza bocciata dagli studenti universitari, almeno in molti dei aspetti pratici. Troppe ore davanti allo schermo, capacità di concentrazione che ne risente, scomparsa dei rapporti sociali e personali (tra studenti, ma anche tra questi e docenti). Il tutto con inevitabili ricadute sulla didattica. Più ombre che luci, dunque. Anche se, a dire il vero, non mancano gli aspetti culturali positivi in questo nuovo modo di vivere la vita da studente. Tra questi, ad esempio, la «maggiore disponibilità dei docenti» e «l’accessibilità».

È quanto emerge dal sondaggio sulla didattica online realizzato dal senato degli studenti dell’università Iuav coinvolgendo ben 1.377 laureandi in architettura, design della moda, disegno industriale e urbanistica (più le relativa lauree magistrali), con l’aggiunta di master, specializzandi ed Erasmus.

Le risposte fotografano il punto di vista degli studenti, alle prese con lezioni, esami e progetti formativi stravolti dalla pandemia scoppiata ufficialmente a marzo con l’obiettivo di monitorare la situazione e rendere partecipi gli studenti. «La situazione che si è venuta a creare», spiega Alessia Sala, presidente del senato degli studenti, «era legata alla necessità del momento. Ed essendo il primo tentativo di didattica a distanza, è andato ben oltre le nostre aspettative. Le criticità ci sono, e sono legate ad aspetti pratici. I tanti aspetti positivi, invece, hanno a che fare con una conquista culturale importante».

Ed ecco i risultati. Il primo aspetto che balza all’occhio è la questione legata all’affaticamento da schermo. Tra lezioni, lavori di gruppo ed elaborazione dei progetti, gli studenti riferiscono di stare al computer spesso più di 10/12 ore al giorno, con importanti conseguenze sull’equilibrio psicofisico personale. A risentirne, si legge nel documento, soprattutto il tempo per ideare, produrre, spiegare e capire.

Il tempo, dunque, compare tra i fattori più delicati. E soprattutto il suo «uso improprio». Un esempio? Lezioni che terminano dopo l’orario stabilito, o ancora fissate in giorni e orari non previsti e revisioni organizzate anche in orario serale o durante il fine settimana. Il tutto, con il rischio di sovrapposizioni con altre lezioni e altri impegni. Anche di natura personale. Il secondo aspetto ha proprio a che vedere con «la quasi totale mancanza di rapporti sociali interpersonali». Da scambiare due parole con il prof a fine lezione, il rapporto diventa «verticale» e più «artificiale».

Vale anche per la partecipazione alle lezioni: la chat viene vista come uno strumento anonimo per chiedere chiarimenti. «È però necessario sottolineare come questo discorso sia i carattere generale in quanto i vari corsi di studio rappresentano delle specificità legate al numero di studentesse e studenti frequentanti, alle aule e alla strumentazione a disposizione», evidenziano gli studenti. Non mancano poi gli aspetti positivi. Su tutti, la maggiore disponibilità degli studenti. C’è poi la fruizione dei contenuti e soprattutto il tema dell’accessibilità.

Ed è questo uno degli elementi culturali di maggior importanza, a detta degli studenti: «I contenuti che l’Università diffonde sono, ora più che mai, accessibili ad alcune persone che prima non potevano raggiungerli o che facevano molta fatica a farlo, come gli studenti ammalati, lavoratori, disabili o genitori che hanno espresso nella loro valutazione dell’andamento della didattica in modalità online un notevole apprezzamento».

Stesso discorso per le lezioni registrate e quindi nuovamente consultabili: una grande comodità, per chi magari non ha capito un concetto oppure si è perso la spiegazione. Esaminato questo periodo di didattica a distanza, sono diverse le proposte avanzate dal senato degli studenti. Tra queste, elaborare un «progetto» di ateneo con obiettivi comuni, garantendo l’accessibilità, il ritorno in aula ed evitando le discriminazioni legate alla qualità della connessione internet. 


 

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