«Troppe imprese locali senza piano industriale»

L’allarme dei sindacati, azienda per azienda, tra Riviera del Brenta e Miranese Colletti (Cgil): «C’è il rischio di delocalizzazioni con trasferimento dei macchinari»

MIRA. Polimira, Safilo, Reckitt Benckiser, comparto calzaturiero Ecodreaming e Winlog attività industriali a rischio in crisi, o delocalizzazione in Riviera del Brenta e nel Miranese. A lanciare l’allarme sono la Cgil e i Cobas.

Nel corso degli ultimi anni Polimira (ex Pansac, prodotti per l’igiene) è cresciuta. Nel 2013 l’azienda contava 95 dipendenti, ora ne ha 250 di cui 30 interinali neoassunti. Nel 2013 aveva attive 7 linee di produzione, ora 21 e si dovrebbe arrivare nel 2018 a 25. L’azienda è stata inglobata nel gruppo Poligof di Alessandro Benetton. «Nonostante viaggi bene non ha presentato un piano industriale a lungo termine», dice il segretario provinciale della Filctem Cgil, Riccardo Colletti, «L’azienda ha stabilimenti in India e Russia, dove sono stati portati alcuni macchinari da Mira. Quali le intenzioni?».

La Reckitt Benckiser ex Mira Lanza (detersivi) dopo una pesante riorganizzazione si è stabilizzata. Ci sono 200 dipendenti escluso l’indotto. «Anche qui», dice Colletti, «non è noto il piano industriale. Non sono dettagli, se cambiasse il vento della ripresa sarebbero subito guai».

Alla Safilo di Caselle (occhiali) i guai ci sono già. Domani ci sarà un blocco produttivo. Altre giornate di fermo: il 26, 27, 28, 30 aprile, il 14 maggio e l’1 giugno. Le parti hanno ipotizzato il ricorso alla cassa integrazione per garantire la copertura retributiva alle persone che hanno esaurito le ferie. Vi lavorano oltre 600 dipendenti. La direzione ha chiesto di spostare 60 persone temporaneamente al magazzino di Padova. Ne sono state trovate 43, se non se ne troveranno altre, non si escludono ulteriori fermate collettive. Fra le richieste fatte dal sindacato c’è quella di mantenere il grosso della produzione in Italia.

Nel settore calzaturiero secondo la Cgil sono oltre un centinaio le aziende che nell’ultimo decennio hanno portato la produzione all’estero pur avendo fruito in Italia di contributi e ammortizzatori sociali.

Alla Ecodreaming di Fossò che si occupa di riciclo di materiali elettrici le speranze sono pressoché nulle: ci sia avvia alla chiusura per 28 dipendenti. Alla Winlog, che gestisce il magazzinio logistico dei supermercati Despar a Pianiga, invece la lotta dei Cobas è «sui diritti costantemente violati con turni di lavoro massacranti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia