Troppa paccottiglia, chiusa edicola

I giornali sommersi dai souvenir: licenza sospesa per dieci giorni a un bengalese

Cominciano a vedersi i risultati dei controlli eseguiti dalla polizia locale del centro storico, del commissario capo Flavio Gastaldi, nelle edicole del centro storico da tempo al centro delle polemiche per l’eccessiva paccottiglia esposta.

E proprio per l’eccessiva paccottiglia l’ufficio Commercio di Ca’ Farsetti ha chiuso, da ieri al 3 settembre, l’edicola di Calle Mazzini. Una questione di regolamenti oltre che di buon senso, visto che un cliente che si avvicina a un’edicola conta di poterci trovare un quotidiano o una rivista e non una serie infinita di mascherine di Carnevale. Il regolamento prevede infatti che almeno il 55% degli articoli venduti e degli spazi siano riservati appunto ai giornali mentre ci sono edicole in cui, come è emerso dai controlli dei vigili urbani, solo l’1% di articoli e spazi hanno a che vedere con giornali e riviste. La chiusura dell’edicola, gestita da un bengalese, è arrivata dopo una serie di richiami e ammonimenti per il mancato rispetto del regolamento.

Al primo controllo scatta una multa, da 1.032 euro, al secondo si replica. Ma dal terzo in poi scatta la sospensione della licenza, per dieci giorni. In caso il gestore sia recidivo si passa a un mese di chiusura, e l’ultimo passaggio, il più perentorio, prevede perfino la revoca della licenza e la chiusura definitiva dell’attività.

Nelle scorse settimane era stato anche il Sinagi, il sindacato dei giornalai, rappresentato a Venezia dall’edicolante Walter Mutti, a chiedere controlli invitando allo stesso tempo a non fare di tutta l’erba un fascio: «Hanno applicato il regolamento e non c’è altro da aggiungere o da discutere, nulla da obiettare», aveva spiegato Mutti qualche settimana fa. «Tutti ormai vendiamo anche souvenir, non potrebbe essere diversamente, perché altrimenti dovremmo chiudere ed è un fatto che riguarda tutte le città d'arte, non solo Venezia. Ma il problema dell’affastellamento degli articoli turistici nelle edicole riguarda quelle gestite da extracomunitari, che, su un centinaio circa di quelle complessive in centro storico, rappresentano circa il 40 per cento. Loro i limiti non li rispettano proprio e preferiscono prendersi le multe del Comune che pure sono salate». (f.fur.)

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