Tronchetto, traffico nel caos e la gestione diventa un rebus

Diventa un caso la gestione del traffico di auto verso Venezia durante i week-end. Un rimpallo di competenze tra i gestori dei parcheggi e la polizia locale in cui, alla fine, a rimetterci sono gli abbonati e i residenti imbufaliti diretti al ferry boat in direzione Lido costretti a passare attraverso l’imbuto di code interminabili di auto in preda all’anarchia.
Ieri mattina, complice l’arrivo del fine settimana e le temperature nuovamente estive dopo giorni di pioggia, l’ennesimo caos. La procedura per affrontare l’arrivo delle automobili (diventate ormai il mezzo preferito da i pendolari) da tutta la Regione per una giornata di visita a Venezia, prevede diversi step. Il primo, consente alle auto di arrivare fino a piazzale Roma. Qui, gli agenti della polizia locale smistano le auto verso i parcheggi multipiano. Questo fino a quando le strutture non si riempiono, e il piazzale va in tilt.
A quel punto, la deviazione del traffico si sposta di qualche centinaio di metri prima. E cioè in direzione Tronchetto, all’altezza del bivio subito dopo la fine del ponte della Libertà. Capita però - e gli ultimi week end di folla ne sono la prova - che la mole di vetture sia tale che a ingolfarsi è anche la strada verso il Tronchetto, che collega sia il parcheggio Interparking sia il ferry boat di Actv. Qui però a chi spetta gestire il traffico? Per la Polizia Locale, è la stessa Interparking (che nelle scorse settimane ha stretto un accordo con Avm per tariffe agevolate) a dover garantire l’ordine. Con tutte le criticità del caso, a partire dalla responsabilità a carico dei dipendenti (ieri posti auto all’esterno e nell’autosilos tutti esauriti). Pena: interruzione di pubblico servizio. La multinazionale, però, non sembra essere d’accordo. «Noi tendiamo la mano al Comune», spiega Jacopo Luxardi (Operation Manager), «se la polizia locale non ha personale noi siamo disponibili a mettere il nostro, ma chiediamo maggiore collaborazione. A noi sta bene che le auto siano deviate verso il Tronchetto, ma non possiamo fare il lavoro di ausiliari del traffico. Il nostro lavoro inizia dentro la struttura. Se serve un aiuto nella gestione delle code, bene: parliamone». Il problema, del resto, è destinato a ripresentarsi. Già perché, come suggerito dallo stesso sindaco e dagli esperti, il mezzo privato diventerà una prima scelta negli spostamenti rispetto ai mezzi pubblici. Il tutto, per evitare affollamenti in tempi di emergenza Covid.
Dal canto suo, la Polizia Locale spiega così la situazione: «Le code di accesso ai parcheggi spettano ai titolari dei parcheggi stessi», le parole del comandante Marco Agostini, «viceversa, fuori da una situazione ordinaria subentriamo noi con la deviazione del traffico. Così, quando il Tronchetto si satura sta a noi mandare le auto verso Mestre». Il problema però, a detta di molti autisti che anche ieri si sono ritrovati incolonnati al Tronchetto, sta proprio nella definizione di «code d’accesso ai parcheggi». Quando il serpentone di auto diventa tutt’uno, distinguere tra chi va a parcheggiare e chi va a prendere i mezzi in direzione del Lido è pressoché impossibile. E a rimetterci, alla fine, sono quanti restano imbottigliati nell’attesa (a volte anche di ore) che la situazione si sblocchi. Il tutto lasciato a una sorta di autogestione, senza indicazioni o corsie differenziate. —
eugenio pendolini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia