Trivellazioni in Adriatico un no corale della città

Chioggia. Il sindaco Casson va giù duro: «Assistiamo a un vero stupro di Stato» Bellemo (Ascot): «Governo sensibile alle lobby». Zaia: «Non le faranno»

CHIOGGIA. No corale alla possibilità di ospitare in Adriatico ispezioni propedeutiche alle trivellazioni. Il sindaco Giuseppe Casson, gli operatori turistici e il presidente del Veneto Luca Zaia annunciano battaglie a ogni livello pur di fermare in modo definitivo il pericolo di perforazioni in mare alla ricerca di idrocarburi.

Lo scenario si è complicato nelle ultime settimane quando il Governo con una mano ha corretto quanto previsto dal decreto Sblocca Italia, fermando la liberalizzazione sulle trivelle, dall’altro ha firmato alcune autorizzazioni (Tremiti, Golfo di Taranto, Pantelleria, Ombrina Mare) per la ricerca petrolifera. Nel mezzo ci sta anche la decisione della Cassazione di ammettere al voto solo uno dei sei referendum sulle trivellazioni, quello che riguarda il divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare entro le 12 miglia. I rischi quindi rimangono e tanto basta perché politici e operatori alzino le barricate.

«Assistiamo a un nuovo stupro di Stato», sostiene Felice Casson, «lo Stato che per legge ha sancito che Venezia e la sua laguna non debbano essere toccate nemmeno con un guanto di velluto, oggi permette interventi che rischiano di minare la stessa sopravvivenza a causa dei fenomeni di subsidenza. È un comportamento schizofrenico che non accettiamo. Saremo in prima linea con le categorie economiche e i cittadini per scongiurare questo ennesimo scempio».

Ugualmente preoccupati gli operatori turistici. «Questo Governo», sbotta il presidente dell’Ascot, Giorgio Bellemo, «così latitante nel dare risposte agli operatori con la normativa demaniale, è invece molto sensibile nei confronti delle lobby petrolifere. Trivellazioni o ispezioni poco importa, non si possono fare perforazioni nel nostro mare. Ne soffriranno ambiente, pesca e turismo. Credo che dovremmo attrezzarci e bloccare con ogni mezzo possibile, non ultimo il quesito referendario, questa iattura».

Posizione nettamente contraria anche dalla giunta regionale. «La Regione è pronta a combattere», assicura il presidente Luca Zaia, «in ogni sede, con ogni mezzo lecito, senza alcun tentennamento. Si sta scherzando con il fuoco, si pensa di fare politica energetica giocando con le date dei decreti. Il Veneto e altre nove regioni non ci stanno e chiedono di fermare questo pericoloso scempio i cui rischi superano di gran lunga i presunti benefici. Il Governo, con gli emendamenti alla legge di stabilità, ha falcidiato ma non ucciso i sei referendum, uno è rimasto in piedi, su quello, e sull’attenzione che porrà la Consulta a un problema così grave e a un rischio così imminente, contiamo molto».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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