Triplicati in sei anni i malati di gioco: molti sono minorenni
MIRANO. Sale giochi, bar muniti di slot machines, e una marea di applicazioni per computer e cellulari che permettono di giocare d’azzardo anche standosene seduti sul divano di casa. Cresce in maniera preoccupante il numero di persone affette da quella che comunemente viene chiamata ludopatia. Nel 2017, il Serd del distretto Mirano-Dolo ha seguito 93 pazienti con diagnosi di disturbo da gioco d’azzardo: 40 i nuovi accessi. Nel 2012 i pazienti in carico erano 32: in sei anni sono quindi triplicati.
«Nell’offerta e nel consumo di gioco d’azzardo si è verificata un’importante trasformazione sia in termini quantitativi (un numero sempre maggiore di giochi) sia qualitativi (giochi con semplice facilità di accesso)», spiega il dottor Alessandro Pani, direttore SerD e dipartimento dipendenze dell’Usl 3, «il mercato si è rivolto sempre più a un pubblico generalmente lontano dall’azzardo: adolescenti, casalinghe e pensionati. Si sono moltiplicati i luoghi in cui giocare e volendo si può giocare senza interruzione.
I nuovi giochi d’azzardo permettono un nuovo modo di giocare: solitario, decontestualizzato (ad ogni ora e in ogni luogo) e con regole semplici e universalmente valide, a bassa soglia di accesso e con evidenti rischi di sconfinamento in forme di gioco problematico e patologico». Si può giocare ovunque, basta avere una carta di credito e un cellulare con accesso a Internet, e sono molte le persone che si rovinano arrivando a scommettere anche il loro intero stipendio.
«Le età maggiormente rappresentate rispetto alla totalità dei pazienti in carico sono quelle tra i 30-34 e tra i 45-49 anni», illustra la dottoressa Laura Suardi del SerD di Dolo, «dei 93 pazienti in carico, 81 sono maschi e 12 femmine. Due sono minorenni». La prevenzione è fondamentale. «Lavoriamo insieme alle associazioni di volontariato e di categoria, le scuole e i Comuni per aumentare nella popolazione la consapevolezza del problema», continua Suardi, «è importante favorire una diagnosi precoce per una veloce presa in carico del paziente: lavoriamo alla formazione dei medici di medicina generale e degli operatori dei servizi sociali».
I percorsi di recupero offerti, come spiega il dottor Marco Capuani del SerD di Dolo, sono diversi: «Viene fatta una diagnosi che identifichi anche le comorbidità: disturbo da uso di sostanze, alcol o patologie psichiatriche, per facilitare l’accesso a un percorso di cura anche per queste patologie. Ai pazienti e ai familiari vengono offerte delle consulenze, con l’obiettivo di accompagnare all’espletamento delle procedure per la nomina di un amministratore di sostegno che gestisca il patrimonio del giocatore in caso di gravi situazioni debitorie. I percorsi ambulatoriali dei due servizi si integrano con i gruppi di autoaiuto».
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