Trevisiol: «Manovra della lobby gay»

Il vicesindaco di San Donà insiste: Cloe ha fatto una mossa preparata da tempo e non da sola

«Una lobby gay-trans che avanza inesorabilmente anche qui da noi: sono molto preoccupati». Se la maggioranza di centrosinistra e il sindaco, Andrea Cereser, sono parsi abbastanza elastici e tolleranti sul caso della professoressa “Cloe”, il vice sindaco Luigi Trevisiol si è dimostrato assai più rigido e disapprova totalmente il cambio d’identità sessuale da parte del docente dell’istituto Scarpa-Mattei. Da sempre vicino a Cl, alfiere di un cattolicesimo intransigente, Trevisiol sta creando qualche imbarazzo in giunta dopo che si è pubblicamente chiesto cosa accadrebbe se fosse lui a presentarsi vestito da donna, magari in una riunione di maggioranza.

«Io non credo che il professore che si veste da donna possa essere tollerato», commenta, «né credo che la sua sia stata una decisione improvvisa o irrefrenabile. Era preparata da tempo e non in solitudine. Sospetto che una lobby omosessuale e transessuale stia prendendo il sopravvento per ritagliarsi nuovi spazi e non credo che questo sia giusto perché nasconde altri obiettivi. E poi, questo L.B. di fatto è ancora un uomo, non certo una donna solo perché ha indossato gonna e parrucca e chissà cos’altro. Vorrei vedere la sua carta d’identità».

Il sindaco Cereser non si è espresso finora sulle dichiarazioni di Trevisiol. Ha parlato per l’amministrazione comunale l’assessore alla pubblica istruzione, Maria Grazia Murer. «Ancora una volta», riflette, «è la scuola che esce meglio di tutti da questa storia, dimostrando di sapere gestire tutto con competenza e sensibilità, come spesso riesce a fare essendo una comunità educativa. Molto di più di alcuni politici che hanno creato solo sensazionalismo, dando adito a prese di posizione ben più gravi come il cartello degli skinhead. Molti ragazzini stanno anche a scuola cercando una identità sessuale e queste strumentalizzazioni e tanto clamore creato non li aiuta di certo».

E intervenuto l’ex vice sindaco Oliviero Leo, che occupava il posto di Trevisiol prima di essere estromesso: «Trevisiol mi pare rasenti il bigottismo. Ognuno può vivere la sua identità di genere, anche il Papa si è dimostrato comprensivo verso questi temi delicati. Non vedo tutto questo scandalo, anche se i ragazzi dovevano magari essere opportunamente preparati. Certo cosa diversa sono i matrimoni tra omosessuali e le adozioni. Il sindaco Cereser dovrebbe avere il coraggio di esprimersi in merito e sulle posizioni a dir poco discordanti del suo vice».

Giovanni Cagnassi

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