Tresse o terminal al Lido? Battaglia legale

Per l’Avvocatura dello Stato il progetto Venise Cruise 2.0 di scalo passeggeri lungo la diga di Punta Sabbioni - firmato dai privati Duferco e Cesare De Piccoli - «non esiste». Lo ha detto il presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa nel corso dell’audizione davanti alla commissione Ambiente del Senato, durante la quale Porto e Comune - è intervenuto anche il sindaco Luigi Brugnaro - hanno sollecitato il ministero a presentare alla commissione di valutazione impatto ambientale il progetto di scavo del Canale Tresse Nuovo, in alternativa allo scavo del Contorta (presentato alla Via dallo stesso Porto) per portare le grandi navi in Marittima attraverso il canale dei Petroli, via Marghera e poi lungo il ponte della Libertà, seguendo il canale Vittorio Emanuele. «Avevamo chiesto all’avvocatura un doppio parere», ha spiegato costa, «di dirci se potevamo inserire le Tresse come alternativa alla già instradata Via sul Contorta e ci è stato detto di sì, che trattandosi di una variante a quel progetto. Poi abbiamo chiesto come comportarci con il progetto Duferco-De Piccoli: l’Avvocatura ci ha detto di andare avanti, in quanto come soggetti privati non possono agire su ambito pubblico». Da qui la sollecitazione di Comune e Porto al ministero dell’Ambiente a sostenere il progetto Tresse.

«Il presidente Costa si convinca che le leggi non sono fatte ad personam, a misura di porto, ma valgono per tutti: questa questione è già stata chiarita ufficialmente due mesi fa dai ministeri Ambiente e Infrastrutture», la replica di Cesare De Piccoli, «capisco che possa ingenerare nervosismo il fatto che l’unico progetto che concluderà il suo iter di via il 24 aprile sia il nostro: Costa dovrebbe esserci grati di aver presentato un progetto di lungo periodo per la crocieristica a Venezia, senza spendere un euro di finanza pubblica». La querelle continua. (r.d.r.)