Trent'anni all'assassino di Granzo

In appello quasi raddoppiata la pena inflitta dal giudice di primo grado
30 anni per l'omicidio di Giampolo Granzo, il fruttivendolo di Cannaregio assassinato il 27 marzo 2007 nel suo magazzino. Ieri i giudici della Corte d'assise d'appello presieduti da Daniela Perdibon hanno riformato la sentenza di primo grado, sostanzialmente raddoppiando la pena alla quale il giovane moldavo Gheorghe Vacaru era stato condannato lo scorso anno. E, nell'aula bunker di Mestre ieri, si sono invertite le parti rispetto al 20 marzo 2009: quel giorno i parenti di Granzo avevano contestato la sentenza di primo grado, che aveva condannato ad «appena» 18 anni Vacaru, mentre il suo difensore e lo stesso imputato tradivano la soddisfazione di aver evitato una condanna più dura. Ieri, invece, Vacaru - arrivato in manette dal carcere di massima sicurezza di Tolmezzo - era sorpreso e deluso, 30 anni di carcere sono lunghi, mentre la moglie del fruttivendolo veneziano era soddisfatto. Nella sentenza si conferma inoltre la condanna del moldavo a pagare alla moglie, ai figli e agli altri parenti della vittima una provvisionale immediatamente esecutiva di 820 mila euro. Il risarcimento complessivo dei danni, invece, toccherà ad una causa davanti al Tribunale civile stabilirlo. La differenza tra le due sentenze sta nel fatto che il giudice di primo grado era partito dalla pena di 23 anni, di poco superiore al minimo per l'accusa di omicidio volontario (il codice parla di pena non inferiore ai 21 anni), alla quale aveva aggiunto altri 4 anni per la rapina, riducendo poi di un terzo per la scelta del rito abbreviato fatta dal difensore. Ieri, la Corte d'assise ha considerato la l'omicidio strumentale alla rapina commessa in seguito e quindi i giudici di secondo grado sono partiti dalla pena massima prevista della norme, quella dell'ergastolo, riducendo a 30 anni grazie al rito abbreviato. Il sostituto procuratore generale maristella Cerato aveva chiesto l'ergastolo, mentre il difensore, l'avvocato Mauro Serpico, si è battuto per l'assoluzione e, in subordine, per una pena inferiore in seguito alla derubricazione dell'accusa da omicidio volontario in quello preterintenzionale. Secondo l'avvocato, chi ha aggredito Granzo non voleva ucciderlo, l'avrebbero legato e imbavagliato solo per rubargli le chiavi ed impedirgli di chiamare aiuto mentre portavano via soldi e gioielli da casa sua. I parenti della vittima si sono costituiti parte civile con l'avvocato Giusi Grofcich. A coordinare le indagini per quell'omicidio efferato era stato il pubblico ministero Stefano Ancillotto, che aveva presentato appello contro la sentenza di primo grado. A condurle erano stati gli investigatoridella Squadra mobile, che erano riusciti prima a identificare Vacaru di Vacaru come uno degli assassini, quindi ad arrestarlo. «L'hanno incaprettato, legandogli con un'unica corda lunga tre metri il collo e le mani, quindi qualsiasi movimento aveva prodotto una stretta maggiore, inoltre gli era stato infilato uno straccio in bocca e con il nastro adesivo gli erano state chiuse narici e bocca. Infine, gli avevano anche dato un colpo in testa con una sbarra» aveva elencato il pm Ancillotto. Giorgio Cecchetti Occupazione simbolica e improvvisa del ponte di Rialto da parte degli studenti del liceo scientifico Benedetti. Tutto era cominciato ieri mattina verso le 6 con l'occupazione del Benedetti in segno di protesta contro la riforma Gelmini e per l'organizzazione della manifestazione di questa mattina. Alle 8, però, è entrato a scuola il vicepreside, Claudio Forieri, che ha immediatamente fatto sospendere l'occupazione dando agli studenti la possibilità di riunirsi in assemblea. Dopo un breve incontro, i ragazzi hanno deciso di portare la loro protesta fuori dal liceo e occupare simbolicamente il ponte di Rialto. Il fermento delle scuole veneziane aveva iniziato a manifestarsi con le brevi occupazioni dell'istituto Corner e del liceo Artistico ed era proseguito con il tentativo di occupazione del liceo Foscarini e con l'occupazione dell'istituto Sarpi. Alla manifestazione di oggi parteciperanno anche gli studenti di Mestre che nei giorni scorsi avevano dato vita a numerosi sit-in confluiti poi in un corteo. «In «Inpratica - dice Andrea Polato, rappresentante degli studenti del Benedetti - quella di oggi (ieri, ndr) è una manifestazione spontanea contro le politiche scolastiche di questo governo, soprattutto contro i tagli ai licei, in preparazione di quella di domani». «L'occupazione - continua Polato - era stata indetta perché gli studenti volevano una protesta forte e perché, negli anni precedenti, non si è trovato un clima di collaborazione con il corpo docenti. In aggiunta, la nostra scuola è in una situazione decisamente pessima dal momento che, oltre ai pesantissimi tagli, dal 27 agosto scorso non c'è più la dsga (direttrice dei servizi generali amministrativi) il che comporta anche l'impossibilità a gennaio di fare la programmazione preventiva e il Benedetti sta andando avanti con il volontariato. E' un deficit che si tenta di colmare in ogni maniera: la preside ci sta lavorando moltissimo e la ex dsga si presenta gratuitamente ad aiutare. Per capire cosa significhi essere senza una programmazione preventiva, basti sapere che, in Consiglio d'istituto, è stata presa in considerazione l'ipotesi di chiudere la scuola». Giunti sul ponte di Rialto verso le 9 e mezza cantando «Con questa riforma a scuola non si torna», gli studenti hanno appeso ai lati del ponte due striscioni con un chiaro messaggio al governo: «La nostra fiducia non ce l'avete» e si sono seduti per terra occupando il ponte, con solo un piccolo corridoio per il passaggio. Il sit-in è durato 45 minuti sotto gli occhi stupiti e interessati dei passanti e le parole a volte un pò inferocite di alcuni commercianti. Durante la dimostrazione, gli studenti hanno anche fatto il punto sulla manifestazione di oggi a Venezia. «Il programma previsto - spiega Nicola Eddi, rappresentante d'istituto del Benedetti - è la partenza alle ore 9 dalla stazione S. Lucia per attraversare in corteo Strada Nuova e giungere in Erbaria, dove ci saranno i «cantieri del sapere» (gruppi di lavoro di studenti che raccoglieranno proposte per una valida riforma della scuola). Sempre a Rialto è prevista anche la lettura, da parte di studenti, professori ed ex professori, della lista (prendendo spunto dal programma di Fazio e Saviano «Vieni via con me") dei motivi per cui, per noi, il governo è già sfiduciato».

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