Treno per l'aeroporto e indennizzi agli espropriati dalla bretella: pressing in vista del verdetto di mercoledì
MESTRE. I chiarimenti di Rfi sono arrivati ma non sanano le perplessità e il malcontento sul progetto di collegamento ferroviario con l’aeroporto Marco Polo. Mercoledì 28 ottobre potrebbe essere il giorno decisivo per il parere di valutazione di impatto ambientale in discussione da mesi in Regione.
La convocazione agli enti interessati è partita ed inizia anche il pressing per fermare il progetto, ritenuto da molti impattante. Anche perché i chiarimenti richiesti dal comitato Via, sulla base delle osservazioni depositate e dalla fase di inchiesta pubblica, non chiariscono tante questioni.
Se per l’aspetto più discusso, Rfi rivendica la bontà della scelta della soluzione cosiddetta “a cappio”, rinunciando dunque ai tracciati in superficie, per scongiurare eventuali ritardi e disservizi, oltre che per limitare l’impatto sul territorio, si parla di un aumento dei collegamenti con Trieste dal 2030, o con la deviazione dei 30 (su 84) regionali veloci, o con l’allungamento di alcune relazioni tra Venezia Santa Lucia e l’aeroporto di Quarto D’Altino, consentendo l’interscambio per i flussi provenienti dal Veneto Orientale e dal Friuli, sulla modifica dei valori degli espropri la spiegazione non è sufficientemente chiara.
Se il progetto preliminare del 2003 riportava una stima di 14 milioni per gli espropri, oggi il progetto definitivo stima una spesa in espropri di massimo 10 milioni. Ma di risarcimenti a quanti abitano nel “triangolo” di case di Dese che si troveranno accerchiati dalla ferrovia, non si sa praticamente nulla.
Sul valore dei terreni oggetto di esproprio Rfi sostiene di avere effettuato un'analisi comparativa tra la stima dei costi dei due progetti - del 2003 e odierno -, motivando lo scostamento del valore delle opere negli incrementi per il consistente lasso di tempo intercorso, con relativi tariffari vigenti, e maggior accuratezza del progetto definitivo.
La consigliera comunale di ForzaItalia, Deborah Onisto, che a Dese vive e da mesi si raccorda con i comitati cittadini di Dese e Tessera che contestano il progetto, per il suo impatto su Dese, via Litomarino e Tessera, si prepara a scrivere oggi anche al presidente della Regione, Luca Zaia.
«Nella risposta di Rfi la spiegazione riguardo gli espropri non appare affatto chiara. Sembra di capire che ci sarà un aumento dei costi ma i soldi nel quadro economico sono meno. Prima avevano detto che le barriere a tutela delle case non andavano bene e ora le preferiscono ai terrapieni. E mancano ancora i dati dei sondaggi archeologici», rileva la consigliera comunale.
«Assieme ai comitati insomma auspichiamo che nella commissione Via del 28 non solo si faccia chiarezza su queste lacunosità dalle ricadute importanti sulla comunità ma che non si chiuda. Siamo ancora in attesa di sapere se i sopralluoghi sono stati fatti perché ai cittadini nulla è stato comunicato e i comitati avevano chiesto di essere presenti».
Onisto oggi intende scrivere sia al presidente Zaia che ai componenti della commissione. «L’opera è importante ma anche impattante. Sarebbe bene ci fosse un commissario», spiega.
I comitati confidano anche nell’azione del sindaco Luigi Brugnaro. Comune di Venezia e Città metropolitana siedono al tavolo della commissione Via e il sindaco, fin dalla presentazione del progetto, ha detto che ai cittadini e alle aziende che sono attraversate dalla linea ferroviaria vanno garantiti risarcimenti. «Non siamo mica un territorio in svendita. Volete fare il collegamento ferroviario con l’aeroporto? Va bene, ma dovete pagare gli indennizzi», aveva detto il primo cittadino. —
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