«Treno deragliato, forniamo assistenza»: studio legale mestrino nella bufera

«Cercare clienti tra i familiari delle vittime della tragedia del deragliamento del treno alle porte di Milano - mi si conceda, “a morti ancora caldi” - è un comportamento che va al di fuori della corretta attività professionale. Lunedì 29, il Consiglio dell’ordine prenderà tutti i provvedimenti del caso», stigmatizza il presidente dell’Ordine degli avvocati di Venezia, Paolo Chersevani.
A scatenare un diluvio di critiche e proteste in rete, il post pubblicato giovedì su Facebook dallo studio legale Agazzi Caldera - con sede a Mestre e Treviso - nelle stesse ore in cui i soccorritori strappavano dalle lamiere vittime e feriti del treno regionale deragliato. Questo il testo, definito «sconcertante» dallo stesso Consiglio dell’Ordine di Venezia e che ha «indignato» i legali di Padova: «Il deragliamento del treno regionale 10452 alle porte di Milano ha provocato morti e feriti. I prossimi congiunti delle vittime e le numerose persone che hanno subito lesioni hanno diritto di ottenere il giusto risarcimento dai responsabili dell’accaduto. Studio Legale Agazzi Caldera è in grado di fornire assistenza altamente qualificata alle incolpevoli vittime di questa sciagura. Pagamento di spese e compensi legali solo a risarcimento ottenuto. Contattaci online o chiamaci al..... per ottenere una valutazione preventiva del caso senza oneri a tuo carico».

Clic, post caricato. E dopo una valanga di commenti di ogni tenore, post cancellato.
Ieri sera, una brevissima nota da parte dello studio Agazzi Caldera, per prendere le distanze dalla clamorosa gaffe: «Ci preme evidenziare che la pubblicazione del post e dei suoi contenuti è stata purtroppo frutto di un fraintendimento. Non era certo nostra intenzione urtare la sensibilità delle vittime di questa grande tragedia alle quali, anzi, vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà».
Troppo tardi per fermare le critiche e evitare un procedimento disciplinare. Sul sito dei legali veneziani, «il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Venezia esprime il proprio sconcerto in ordine a quanto postato da alcuni iscritti a margine del disastro ferroviario occorso». Ma al di fuori della nota ufficiale, le parole del presidente Chersevani sono di fuoco: «È importante che l’immagine dell’Avvocatura veneziana, che è sana, non sia minimamente accorpata al comportamento dei singoli. La pubblicità è ammessa, ma nel limite del rispetto della dignità e del decoro della professione previsto dall’articolo 35 del codice deontologico. Post come questi sono inaccettabili: è bene che la gente ne sia informata. Proporrò al Consiglio dell’ordine di prendere adeguati provvedimenti per censurare questo comportamento. Stanno arrivando numerosissimi esposti da tutt’Italia: mai viste tante segnalazioni, il cui senso, peraltro, condivido. Dopo di che, c’è la necessità che a livello nazionale il Consiglio si doti di una direttiva più chiara sulla pubblicità». L’Ordine di Padova «esprime indignazione per il post pubblicato da alcuni colleghi e auspica che siano perseguiti nel modo più severo sul piano disciplinare». Firma un esposto al consiglio di disciplina l’Associazione nazionale forense di Venezia, il cui Direttivo «esprime sconcerto e disappunto» per un «post lesivo i norme deontologiche».
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