Tremila firmano l’appello «No al secondo tratto»

Mobilitazione del comitato “Vivere Mestre” e degli studenti del quartiere Pertini «Il Comune eviti di spendere 17,5 milioni di euro per un’opera dannosa e inutile»
Di Mitia Chiarin

Quasi duemila firme le hanno raccolte i ragazzi del coordinamento studenti medi, con lo Stefanini trasformato in quartier generale della mobilitazione. Un altro migliaio di firme le ha raccolte il comitato “VivereMestre” che raggruppa cittadini della Bissuola e di via Porto di Cavergnago. La mobilitazione contro la realizzazione del secondo tratto della Vallenari Bis entra nel vivo. Ieri alla pizzeria Serenella studenti e cittadini del comitato (tra questi Mara Franco, Roberto Scarpa, Fabrizio Zabeo, Renzo Scarpa) hanno illustrato la loro ferma opposizione ad un progetto, costo 17,5 milioni di euro, che deve collegare il tratto realizzato della Vallenari bis (quello che da via Gobbi a Campalto si allaccia a via Martiri della Libertà con una rotatoria) con via Sansovino passando dietro l’aula bunker, dietro la pizzeria, vicino al polo scolastico del quartiere Pertini e poi attraversa il previsto nuovo insediamento di case Peep e si collega a via Sansovino con un ponte strallato sopra l’Osellino. Cantieri affidati dal Comune ad Avm.

Cittadini e studenti chiedono «l’immediata sospensione del cantiere di avvio dell’asse stradale e di qualunque altra opera funzionale alla realizzazione degli insediamenti residenziali di Bissuola Nord e Sud». Le due petizioni sono in corso in forma autonoma, si raccolgono adesioni pure in questi giorni. Poi la mobilitazione vedrà un’unica consegna in Comune di Venezia, con l’invito al commissario Zappalorto e pure al prossimo sindaco della città di rispettare il no a questi cantieri attesi da anni.

Il dissenso ha motivazioni di vari tipo: la nuova viabilità viene definita un’opera inutile visto che già esistono via Martiri della Libertà, potenziata da sottopassi, e la rotatoria di San Giuliano. Una nuova strada non ha «criteri di necessità e primaria urgenza». Si porta nuovo cemento in un’area di pregio, una delle poche zone rurali della città «con rilevanti valori storico ambientali e naturalistici».

Qui si trova il paleoalveo del fiume Marzenego con la zona umida. «Ci crescono anche orchidee selvatiche», ricordano gli studenti superiori che temono di studiare in luoghi ancora più inquinati. Il progetto di sviluppo abitativo «manca di valutazione ambientale per un’espansione insediativa di dimensioni ben superiori al parco della Bissuola».

E ancora: il costo di interrare o spostare i tralicci di Terna (7,5 milioni di euro) ricadrà su chi costruisce e vivrà in quelle case. Contestate anche le altezze dei palazzi, fino a 68 metri. Il progetto poi è datato: «Ha senso costruire case per 2.500 abitanti teorici quando Mestre ha perso già 21 mila abitanti?».

La sentenza di comitato e studenti è unanime: inutile e dannoso è spendere 17.5 milioni di euro per la nuova viabilità quando il Comune è costretto ad aumentare tariffe e tagliare servizi ai cittadini. Se servono sacrifici, è meglio evitare una spesa che produrrà «2 milioni di euro da pagare ogni anno in mutui che ricadranno sui cittadini sotto forma di nuove tasse». E magari usare quei fondi per salvare i progetti culturali in terraferma, dicono gli studenti. La protesta si lega pure a quella di via Porto di Cavergnago, unico incrocio della 14bis che attende da decenni una messa in sicurezza che la Regione non finanzia nonostante incontri e promesse. «Tante promesse, nessuna mantenuta. Siamo al terzo incidente in dieci giorni. Siamo pronti a protestare alla prossima partita in casa della Reyer perché se ci scappa il morto la colpa è della politica che non interviene».

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