Tregua armata fra sindaco e Pd

Chioggia. Nessun chiarimento dopo lo scontro in Consiglio. Attacco di Sel e M5S

CHIOGGIA. Tregua armata tra il sindaco e il Pd. Complici le festività le due parti, in tensione dallo scorso lunedì dopo lo scontro in Consiglio su quattro provvedimenti tecnici, non si sono ancora incontrate per un confronto a tutto campo e continuano le prese di posizione a distanza. Intanto l’opposizione incalza. Il sindaco Giuseppe Casson, da giorni con la febbre, non ha molta voglia di commentare l’accaduto di cui ha già sottolineato l’inopportunità. L’uscita dall’aula dei consiglieri democratici al momento del voto dei provvedimenti portati dal sindaco è stata considerata una mancanza di rispetto e una contraddizione rispetto all’accelerazione dell’azione che il Pd invoca da mesi. «Il Pd», spiega Casson, «ha pubblicamente dichiarato di condividere appieno, nel merito, i contenuti delle delibere. Quindi continuo a non capire perché non abbia votato perdendo l’occasione di dimostrare coi fatti quello che predica». Al momento nessuna delle due parti ha fatto il primo passo per chiedere un incontro e, tentare, di superare la frattura. «Non ci sono date ma l’intenzione di vederci c’è», spiega il capogruppo del Pd, Mauro Boscolo Bisto, «è nella logica delle cose che dopo un diverbio su una procedura ci sia un confronto. Per senso di responsabilità di tutti lo faremo, con una chiacchierata seria e pacata, nessuno ha il coltello tra i denti. Abbiamo faticato per tre anni, ora è il momento di chiudere e portare a casa dei risultati importanti, credo che sia obiettivo nostro e del sindaco farlo».

L’opposizione, e anche qualcuno in maggioranza, è comunque convinto che non ci siano margini per un’ulteriore riconciliazione tra sindaco e Pd che ormai da sei mesi accusano forti turbolenze e che la coalizione sia ormai alla frutta. «E’ ridicolo che il Pd accusi il sindaco dei ritardi in urbanistica», sostiene il capogruppo di Sel, Fortunato Guarnieri, «l’assessore all’urbanistica Mantovan è del Pd. Il Pd chieda conto al proprio assessore del perché il Pat e i piani particolareggiati non sono ancora operativi. Il Pd non è il primo partito in città dato che alle ultime comunali ha registrato il 16% contro il 18% del Pdl». Convinto della rottura definitiva anche Gilberto Boscolo (M5S): «La verità è che il laboratorio Pd-Udc è l’idea che non ha mai funzionato. Un’amministrazione immobile con un sindaco ostaggio del Pd dal primo giorno e un Pd ossessionato dal controllo su atti che di politico non hanno nulla».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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