Tredici milioni e mezzo per il territorio

Piano programmatico 2017-2019: investimenti su talenti, lavoro, cultura. Brunello: «Riorganizzazione per cambiare passo»
Di Mitia Chiarin ; di Mitia Chiarin

La Fondazione di Venezia cambia passo, si riorganizza e annuncia 13 milioni e mezzo di investimenti per il triennio 2017-2019 su tre linee strategiche: formazione e crescita del capitale umano; ricerca e promozione per lo sviluppo del territorio; valorizzazione del patrimonio culturale e sociale. Lo prevede il Piano programmatico pluriennale approvato venerdì dal consiglio generale della Fondazione presieduta da Gianpietro Brunello dopo il lavoro del gruppo diretto dal rettore di Ca’ Foscari, Michele Bugliesi. «Inauguriamo una nuova stagione per la Fondazione fondata sull’impegno a investire le proprie risorse su e per il territorio e la comunità di riferimento», annuncia Brunello. «Questa evoluzione si fonda su una maggiore capacità selettiva degli investimenti, l’ottimizzazione dei costi di governance, la sostenibilità economica e l’efficienza gestionale.

Particolare impegno è rivolto alla riorganizzazione della struttura per adeguarla alle nuove sfide e al rafforzamento con gli altri enti e le istituzioni», spiega. I 110 milioni investiti nel progetto M9, hanno condizionato la Fondazione che ora vuole vedere marciare da solo il progetto attraverso Polymnia e Fondazione Venezia 2000 per M9.

Bugliesi spiega: «Dal 2018 puntiamo a liberare risorse per questo piano che punta a favorire la formazione, attrarre talenti; cooperare coi centri di ricerca e sostenere con bandi aperti singoli ricercatori. Il capitale umano da valorizzare». Il 35% degli investimenti vanno alla ricerca e l’università, il 40% alla cultura. La Fondazione vuole aiutare un territorio colpito dalla crisi, che in Veneto ha significato anche crisi delle banche. Dieci milioni della Fondazione, del resto, sono andati in fumo per la vicenda di Veneto Banca.

La riorganizzazione diventa l’arma decisiva per garantire la prosecuzione della “mission”. Cambia anche la struttura degli investimenti con una gara europea che ha portato a scegliere un nuovo advisor, l’italiana Prometeia.

Il patrimonio è di 406,67 milioni di euro. Dal 1993 al 2016 sono stati erogati più di 154 milioni e mezzo di euro: il 31,8 per cento per istruzione e formazione (49 milioni); il 13,2% nella ricerca scientifica (più di 20 milioni); il 35,6% nei beni e attività culturali (quasi 55 milioni di euro). Nel Piano triennale tra i punti di forza ci sono la formazione dei giovani con il progetto con l’Ufficio scolastico regionale sull’alternanza scuola lavoro; 400 mila euro vanno alle università di Ca’ Foscari e Iuav; quasi 812 mila euro al Fondo nazionale di contrasto alla povertà educativa minorile. E continua l’aiuto al mondo del volontariato a cui in questi anni sono andati 5 milioni di euro. Confermato il sostegno alla Fondazione La Fenice (1 milione e 100 mila euro l’anno). Dopo un braccio di ferro e l’intervento del ministero degli Esteri, è stato rinegoziato l’accordo con l’Ocse (130 mila euro per tre anni).

Potrebbe essere venduta la sede di Dorsoduro, 2.600 metri quadri su 4 piani. «Abbiamo avuto una manifestazione di interesse, stiamo valutando in consiglio generale e, se decideremo di farlo, dovremo fare un bando d’asta ad evidenza pubblica», chiarisce Brunello.

Nuovi ingressi sono attesi in consiglio generale e Cda. Venerdì si è concluso il mandato di consigliere di Riccardo Calimani. Al suo posto dovrebbe arrivare Paolo Costa. «Il Comune di Venezia non ha ancora comunicato il nome del sostituto. Se sarà Costa siamo ben felici», dice la Fondazione. Dovrà essere sostituito anche Giorgio Piazza che passa in Cda al posto di Massimo Lanza, divenuto presidente di Veneto Banca.

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