Tre panchine rosse in piazza per “aprire” la Casa dell’ospitalità

Weekend di incontri, visite, pranzi, finale con David Riondino. L’appello dell’associazione che segue i senza dimora e affiancherà la Fondazione: «Servono aiuti, invitiamo tutti a conoscere la struttura»
Di Mitia Chiarin ; Di Mitia Chiarin

Nella Mestre che, per combattere il degrado, ha scelto di rinunciare, togliendole, a tante panchine, loro vanno controcorrente e portano in piazzetta Matter, sabato, tre panchine “calde” di colore rosso. Saranno protagoniste di un flash mob per invitare la gente ad andare alla Casa dell’ospitalità di via Spalti.

L’ex asilo notturno, trasformato in realtà autogestita da Nerio Comisso, e oggi Casa dell’ospitalità per persone senza fissa dimora, apre per due giorni le porte della struttura, bisognosa di restauri, alla città.

Obiettivo, dare visibilità al lavoro della Casa e della Fondazione, presieduta da Giovanni Benzoni e diretta da Francesco Pilli, ma anche presentare la nuova associazione di amici e amiche della struttura. «Una associazione che avrà una marcia in più rispetto alla Fondazione perché in una città come la nostra conta più organizzare la America’s Cup che finanziare una struttura come la nostra. La Fondazione era nata per mantenere lo spirito di autogestione con cui Comisso aveva creato la casa dopo la difficile esperienza dell’asilo notturno», ricorda Benzoni. L’associazione punta ad ottenere il riconoscimento come Onlus. «Vogliamo mettere assieme ospiti, operatori e cittadini ,evitando la privatizzazione della struttura e l’abbandono», mette in guardia Paolo Cacciari. Gli “amici” hanno scelto un regolamento atipico, ora al vaglio della Regione Veneto, e puntano a raccogliere fondi e ideare tante iniziative per aprire la struttura alla città. Un modo per coinvolgere tutta la città sul tema della povertà e del disagio. E ricavare posti letto di accoglienza in più, visto che oggi c’è una lista d’attesa di dieci persone e, spiega Domenico, ex ospite, «questa struttura è insufficiente per i bisogni di quanti hanno necessità prima di un letto, poi di un tetto». Il pensiero va all’ex Ufficio Filtro di via Antonio Da Mestre, dove per due anni c’è stata la prima accoglienza, con 25 letti. Esperienza che si è interrotta, ricorda Benzoni, perché dal Comune non sono arrivati i soldi per cambiare la caldaia rotta. «Servivano ventimila euro e ci hanno detto che c’era il progetto di realizzare un asilo». Oggi l’ex ufficio è nell’abbandono.Sabato 28 febbraio alle 16 al Teatro Mabilia si discute se Mestre è una città che accoglie. Invitati i candidati sindaco, Cecilia Strada di Emergency e don Colmegna della Casa della Carità di Milano. Alle 19.30 alla Casa la cena preparata da David Marchiori (Biosteria Palaplip) con i cuochi della casa (prenotazione al 334.1456484). Domenica la presentazione della associazione e raccolta delle adesioni. Alle 12.30 il pranzo aperto alla città (sempre con prenotazione obbligatoria) e alle 16 lo spettacolo teatrale di David Riondino, aiutato da un gruppo di ospiti. Previsti poi visite alla casa, incontri con gli operatori e i volontari, film ( come “Venezia salva” di Serena Nono), laboratorio artistico con vendita di ceramiche e dipinti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia