Tre nuove aree in cui cercare il cadavere

Sono state individuate dopo una mattinata di volo con l’elicottero. Oggi tornano in azione anche i sommozzatori
Di Cristina Genesin e Enrico Ferro

PADOVA. Sono trascorsi sessanta giorni dalla scomparsa di Isabella Noventa e ancora si cerca il corpo. Ieri mattina la polizia ha fatto alzare in volo l’elicottero per scandagliare il corso del Brenta fino al punto in cui il fiume incontra il mare. Durante la perlustrazione sono stati individuati due sacchi neri ma erano due falsi allarmi. Ciò che più fa sperare gli investigatori sono le tre aree individuate a monte rispetto al punto indicato da Freddy Sorgato. Nel territorio compreso tra Noventa e Ponte di Brenta ci sono tre luoghi che oggi saranno analizzati con attenzione.

L’elicottero si è alzato in volo verso le 10 del mattino con a bordo il capo della Squadra mobile Giorgio Di Munno. Durante il tragitto sono stati individuati due sacchi neri, uno a Vigonovo e l’altro poco più avanti: il primo conteneva un albero di Natale, l’altro semplici ramaglie.

L'inchiesta va avanti: gli inquirenti stanno ricostruendo il complicato puzzle in attesa di un fondamentale tassello, l’esito degli accertamenti scientifici sulle sospette macchie di sangue (tracce biologiche, preferiscono dire gli inquirenti) individuate nella cucina della villetta di Freddy Sorgato a Noventa. Si tratta di tracce presenti sul pavimento, assorbite dal tavolo e “a schizzo” trovate su un’ampia parte di parete che ha reagito positivamente al luminol, la sostanza chimica in grado di svelare la presenza di sostanza ematica anche vecchia e lavata.

Intanto i difensori stanno svolgendo alcuni colloqui con i loro assistiti. Ieri gli avvocati Roberto Morachiello e Francesco Lava hanno incontrato Debora Sorgato nel carcere di Verona. «La nostra assistita è preoccupata per il figlio, continua a chiedere di lui e spera di poterlo vedere» spiegano i difensori.

Venerdì scorso i legali Massimo Malipiero e Giuseppe Pavan hanno incontrato per un paio d’ore Freddy Sorgato: «Stiamo esaminando con lui gli atti acquisiti quando abbiamo presentato istanza ai giudici del Riesame». Istanza che puntava a un alleggerimento della misura cautelare, poi revocata. Nei prossimi giorni tornerà sempre nel carcere veronese anche l’avvocato Alessandro Menegazzo, difensore di Manuela Cacco che, fin dalla sera del 18 febbraio, aveva confessato la messinscena della sfilata per le vie del centro di Padova indossando il piumino di Isabella su richiesta proprio di Freddy Sorgato. Ora tutti gli occhi sono puntati sui risultati dei test scientifici affidati alla professoressa Luciana Caenazzo. Fondamentale è capire se le tracce repertate siano (o meno) di sangue. Qualora venga confermato, resta da identificare il profilo genetico: potrebbe essere la “prova regina” in mano agli inquirenti.

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