Tre ipotesi per risolvere il mistero
PIANIGA. Soltanto gli esiti dell’autopsia potranno consegnare alcune certezze al pubblico ministero Elisabetta Spigarelli. Probabilmente neppure gli attenti rilievi dei carabinieri del Ris potranno sciogliere i dubbi dulla morte di Gianni Garbin e della moglie Daniela Masaro. O, meglio, sulle cause del decesso di lui, a meno di smentite clamorose da parte del medico legale Silvano Zancaner, al quale è stato affidato l’incarico, non dovrebbero essersi dubbi: Garbin si è suicidato impiccandosi nel suo garage. la conferma arriva anche dal biglietto lasciato dall’uomo per i parenti, in cui chiede loro di prendersi cura del figlio diciannovenne. È sulle cause del decesso della donna che ancora aleggia il mistero. Il dottor Zancaner, dopo la prima visita esterna, ha spiegato che non c’era alcun segno di violenza, nessun foro provocato da proiettile, nessuna ferita da coltello, nessuna traccia di strangolamento sul collo. Qualche goccia di sangue nella stanza da letto dei due, ma lei era stesa a terra con la faccia all’ingiù e in casa nessun segno di disordine, tutto in perfetto ordine.
Daniela Masaro potrebbe essere morta per un infarto, per un ictus, insomma per qualcosa di naturale e il marito, quando si è accorto di quello che era accaduto, ha deciso di farla finita anche lui. Ma la signora potrebbe aver deciso di suicidarsi e di farlo con medicinali che lei aveva a disposizione facilmente grazie al suo lavoro (era infermiera), potrebbe averlo fatto a causa delle notizie sul suo lavoro in pericolo. A quel punto il marito ha seguito il suo esempio. Infine, la terza ipotesi, un litigio tra i due, una reazione rabbiosa di lui, che le mette un cuscino sulla faccia e la soffoca e poi di impicca perché non sopporta quel peso sulla coscienza. A sciogliere i dubbi definitivamente non potrà neppure l’autopsia di ieri, ma soltanto gli esami istologici e tossicologici che il medico legale avrà sicuramente disposto. I primi potranno confermare o smentire la causa naturale della morte. Quelli tossicologici potranno confermare o smentire il possibile avvelenamento da farmaci o da altre sostanze. Insomma, solo gli esami di laboratorio daranno una certezza sulle causa del decesso della donna e, conosciuto il motivo della sua morte, si potrà ricostruire il quadro generale, capendo anche perché il marito si è suicidato.
Ma per avere i primi risultati sarà necessario attendere alcuni giorni e lo stesso pubblico ministero si attender di venire a conoscenza dei primi particolari solo lunedì. Il magistrato sulla base delle informazioni ottenute dagli esiti dell’autopsia potrà muoversi in una direzione o in un’altra. Alla fin, comunque, questa indagine è destinata a finire in archivio perché non c’è alcun responsabile, almeno rimasto ancora in vita.
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