Tre giorni di volontariato sociale boom di iscritti al Patriarcato

Sono quasi 500 i giovani tra i 16 e 30 anni che hanno aderito con entusiasmo alla quarta edizione “Prove di un mondo nuovo: 72 ore con le maniche in su”: ritrovo domani in piazza Ferretto
Di Gianni Favarato

Lo slogan, molto ambizioso, è «Prove di un mondo nuovo», ma è stata anche definita, dagli stessi organizzatori del Patriarcato veneziano nei social forum: “72 ore con le maniche su”, e ancora “mettetevi in gioco”. Si tratta di una sorta di stage sul volontariato sociale e solidale per giovani dai 16 ai 30 anni di età, giunta ormai alla sua quarta edizione grazie al suo successo crescente che ha portato le iscrizioni dalle 78 della prima edizione alle quasi 500 di oggi. L’edizione del 2014, infatti, ha registrato un vero e proprio boom con 463 iscrizioni di giovani di Venezia e provincia, in prevalenza minorenni tra i 16 e 17 anni di età (che sono più di 300), studenti delle scuole medie superiori: domani alle 15 si raduneranno per la quarta dedizione di “72 ore con le maniche in su” in piazza Ferretto, dove scopriranno a quale dei 59 progetti di volontariato messi in campo dal Patriarcato sono stati destinati a lavorare, per tre giorni consecutivi, in un dei comuni della provincia di Venezia. I progetti - messi a punto con il supporto delle amministrazione comunali, di altri enti ed istituzioni pubbliche e associazioni - sono diretti a minori e anziani, immigrati ed emarginati, persone con difficoltà motorie e interventi di riqualificazione ambientale all'immigrazione, con un unico obbiettivo: assicurare i servizi caritativi per sostenere le comunità locale e sviluppare la solidarietà sociale.

Ad ogni giovane, all’atto dell’iscrizione, è stato chiesto l’ambito di sua preferenza del servizio di volontariato per il quale si è offerto, a titolo completamente gratuito, salvo vitto e alloggio offerto dalle strutture in cui opererà per tre giorni: case di riposo per anziani, convitti per minori, mense e dormitori della Caritas o di altre associazioni caritatevoli, case di accoglienza per profughi o residenze di anziani soli e non autosufficienti. Insomma, si tratta davvero di rimboccarsi le maniche e “sporcarsi le mani” per fare qualcosa di davvero utile per il prossimo, piuttosto che perdersi in passatempi inutili e deprimenti, o buttando via le proprie giornate al bar o incollati al cellulare.

Nel 2011, quando l’iniziativa del Patriarcato è cominciata con la sua prima edizione, gli iscritti erano poco più di 70. L’anno dopo erano già più che raddoppiati (191) e l’anno scorso avevano tocccato quota 284, per arrivare ai 463 di quest’anno: conteggiando anche gli organizzatori che parteciperanno concretamente si arriva a più di 500 persone che dedicheranno tre preziosi giorni della loro vita agli altri. Una parte degli iscritti di quest’anno hanno già fatto l’esperienza nelle edizioni precedenti e quest’anno la ripetono insieme agli amici conosciuti. Basta leggere i commenti di alcun idi loto – riportati sul sito internet www.provediunmondonuovo.it.

«È stata un’esperienza stupenda e un modo utile e diverso di passare il ponte di novembre. La consiglio vivamente» scrive Eleonora Meggiato, quest’anno alla sua seconda esperienza. «Le 72 ore sono state per me un’occasione per crescere e per capire quanto con poco possiamo fare molto», scrive Marta Chinellato. «Oltre che per dare una mano fisica mi sono servite per capire che la strada dell’aiuto e del voler migliorare ciò che mi circonda mi fa davvero essere felice ed apprezzare quello che ho».

E ancora, Veronica Bernardi che scrive: «Ho conosciuto persone speciali con cui ho mantenuto un bel rapporto. Consiglio a tutti i giovani di provare almeno una volta per credere: ricevi più di quanto dai».

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