Tre anni e quattro mesi al 22enne stalker violento

Nel giorno delle donne è arrivata la condanna per il giovane che resta in carcere Per il giudice è responsabile anche del pestaggio ai danni del padre della sua ex

Tre anni e quattro mesi di reclusione e la conferma della custodia cautelare in carcere perché c’è il rischio di reiterazione del reato: nel giorno della festa della donna, ieri il giudice per l’udienza preliminare Alberto Scaramuzza ha condannato un 22enne accusato di stalking verso la ex convivente, una ragazza che oggi non è ancora maggiorenne, e di lesioni personali nei confronti del padre di lei, a cui aveva distrutto il volto a pugni. Il giudice ha accolto la richiesta di condanna formulata dalla pubblico ministero Alessia Tavarnesi, rigettando invece l’istanza del difensore, l’avvocato Massimiliano Cristofoli Prat, che aveva chiesto per il 22enne gli arresti domiciliari. È stata disposta una provvisionale immediatamente esecutiva di 10 mila euro a favore del padre della ragazza, chiarendo che i danni dovranno essere liquidati in sede civile. L’avvocato di parte civile, Stefania Pattarello, aveva chiesto un euro come risarcimento simbolico dei danni.

A.S., queste le iniziali del 22enne condannato (omettiamo il nome per tutelare la sua ex), difeso dall’avvocato Massimiliano Cristofoli Prat, si trova da agosto in carcere, quando era stato arrestato. Il giudice lo ha ritenuto responsabile di «comportamenti assillanti, minatori, molesti» nei confronti della sua giovanissima ex convivente. Un’aggressività, la sua, esasperata anche dalla tossicodipendenza. Secondo il capo d’imputazione, il giovane «vessava e faceva bersaglio di comportamenti assillanti, minacciava e percuoteva, la isolava da terzi giungendo a scrivere a tutti i suoi contatti telefonici di non cercarla e contattarla mai più». E ancora: «I comportamenti determinavano nella minore uno stato di timore sottomissione che inducevano la famiglia di lei, continuamente tempestata di telefonate minatorie, a tenerla protetta».

Lei, nonostante tutto, era innamoratissima di lui e a lungo lo aveva difeso, anche di fronte ai genitori preoccupati per quel rapporto “malato”. Ad agosto 2016, la ragazza era rincasata tardi dopo una serata con il fidanzato che l’aveva seguita fin sotto casa. Tra i due era scoppiato un diverbio, che i genitori della ragazza avevano udito. Si erano preoccupati, il papà era sceso a vedere cosa stava succedendo. A.S. aveva perso la testa. Aveva picchiato selvaggemente il genitore: i pugni al volto gli avevano provocato lesioni varie, tra cui problemi odontoiatrici e la deviazione del setto nasale, per 60 giorni di prognosi.

L’avvocato Cristofoli Prat aveva chiesto una pena lieve, sostenendo che il giovane si fosse subito scusato con la famiglia per l’aggressione al padre, negando le persecuzioni prolungate nel tempo ai danni della sua ex ragazza. Il giudice ha deciso di accogliere la tesi della pubblico ministero.

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