«Trattiamo sull’integrativo ma non fate il presidio»

San Donà. Prima apertura verso i dipendenti comunali che reclamano i premi «Ma il pregresso non può essere sanato». I sindacati confermano la protesta

I panni sporchi si lavano in casa. E non in una pubblica piazza. Il sindaco Andrea Cereser e l'assessore al personale Valter Menazza non si esprimerebbero mai con questi toni, ma è questo il succo dell’incontro urgente di ieri alle 13 in merito al presidio annunciato da Cgil, Cisl e Uil in piazza Indipendenza lunedì mattina sulla questione del personale, posizioni organizzative in arrivo e dirigenti. Il punto di partenza è che il pregresso non si potrà sanare e le mancate erogazioni del salario accessorio, premi, produttività e quant’altro relativo al 2013 non si potrà più concedere per legge, vista anche l’attenzione degli organi ispettivi rivolta in questi mesi al Comune dopo tante denunce e contenziosi.

L’idea alternativa sono i piani di razionalizzazione. Piani che consentirebbero di risparmiare risorse nell’amministrazione del Comune e poi stanziare nel fondo di produttività dal quale si attinge per il salario accessorio. Passaggi calibrati e tutti attenti a leggi e normative relative all’organizzazione del personale. La nuova giunta ora si muove con piedi di piombo per non incorrere in future contestazioni.

«Ci atteniamo a quanto prevede la legge», ha precisato il sindaco Cereser, «consultandoci con il segretario e i tecnici. La cosa da sottolineare è che tutti faranno dei sacrifici, a partire dal segretario comunale, che lo ha scelto spontaneamente anche se non era obbligato, ai dirigenti alle posizioni organizzative e quindi non solo il personale. Quando siamo stati insediati come amministrazione abbiamo subito diminuito i dirigenti da 6 a 5, ora verranno aumentate le posizioni organizzative per distribuire i compiti, ma sono risorse interne al personale e scelte dai dirigenti secondo procedure sempre previste dalle normative passo dopo passo. Per il 2013, non possiamo sanare a posteriori mancate erogazioni».

Si tratta di circa 25 mila euro per 45 dipendenti, con somme che vanno da pochi euro a un massimo di 6 o 700 euro l’anno a dipendente, ma per rarissimi casi. «Il tavolo è ancora aperto», precisa l’assessore al personale Menazza, che ha lunga esperienza in materia, essendo stato sindaco a Musile per due mandati, «noi abbiamo saputo che i sindacati non hanno intenzione di sottoscrivere l’accordo, ma protestare in piazza ci sembra una forzatura. Certi problemi è giusto siano affrontati nelle sedi opportune che sono le assemblee e questa iniziativa ci sembra sopra le righe».

Ma al momento i sindacati non hanno intenzione di fare marcia indietro.

Giovanni Cagnassi

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