Trasporti, merci e logistica: 5 mila occupati in vertenza

Rinnovo contrattuale per uno dei settori principali dell’economia veneziana. La Cgil: « Vogliamo la clausola sociale per eliminare le zone grige degli appalti»

MARGHERA. Grazie a porto ed aeroporto, Venezia movimenta tutti i generi di merci nell’intero Nordest e non solo, dall'articolo comperato online su Amazon e consegnato a domicilio da un corriere espresso – tanto in terraferma che in centro storico – alle derrate alimentari immagazzinate e poi consegnate a supermercati e centri commerciali, fino alle autobotti che riforniscono i distributori di benzine e biodiesel stoccato nell'isola dei Petroli e i trasporti eccezionali che partono dalle banchine di Porto Marghera e arrivano a destinazione via mare o via fiume.

Con circa 5 mila occupati e produce un fatturato di oltre 1 miliardo e mezzo di euro nel territorio veneziano, il settore logistica, trasporto merci e spedizioni è uno dei più consistenti in termini di occupati e contraddistinto da una ragnatela di imprese grandi e piccole, cooperative e consorzi dove il proliferare di appalti e subappalti non conosce frontiere e in certi casi è perfino a rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata. Per questo al centro della piattaforma dei sindacati per il rinnovo del contratto nazionale – che sarà discusso il prossimo 30 gennaio al tavolo nazionale dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil e tre associazioni padronali. ch ci sono la "clausola sociale" per gli appalti, l'assunzione diretta e a tempo indeterminato degli autisti e la contrattazione di secondo livello con una forma di "welfare aziendale".

«La gestione degli appalti nel mondo della logistica presenta sempre più criticità legate a situazioni grigie nei rapporti di lavoro – spiega Marcello Salbitani, della segretaria Filt-Cgil veneziana –. Il modello in questi ultimi anni ha mostrato tutti i suoi limiti e i suoi difetti. È quindi di grande importanza rafforzare le disposizioni contrattuali in materia, per trovare soluzioni idonee a contrastare fenomeni distorsivi di dumping contrattuale e di concorrenza sleale». In particolare «il cambio di gestione nelle attività esternalizzate con gli appalti – aggiunge il sindacalista – deve avvenire mediante una procedura sindacale ben definita. Per questo chiediamo l’istituzione della clausola sociale, in modo da garantire ai lavoratori impiegati negli appalti che spesso riguardano cooperative spurie, sia i trattamenti economici e normativi stabiliti dal contratto nazionale, sia la continuità nel rapporto di lavoro».

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