Trasloco a piazzale Roma per i giudici d’appello
Dopo le finestre puntellate, le crepe sui muri portanti e le travi fessurate a palazzo Cavalli, la Corte d’appello cambia sede. Tra meno di un mese, tra la metà di settembre e la fine dello stesso mese, le sezioni civili di secondo grado - giudici, personale amministrativo e fascicoli - saranno trasferiti alla cittadella della Giustizia a piazzale Roma, nello stesso palazzo che ora ospita il Tribunale di sorveglianza e la sezione lavoro della stessa Corte.
Occuperanno gli uffici del piano terra, il secondo e il terzo piano. Ma non tutte le sezioni saranno trasferite a piazzale Roma, una - giudici, cancelleria e fascicoli - rimarrà dove si trova ora, a palazzo Cavalli, è la seconda sezione, quella presieduta dal giudice Sergio Gorjan. Se ne andranno, dunque, i magistrati e il personale amministrativo delle altre tre sezioni, prima, terza e quarta. Una scelta dettata dagli spazi, solo quando il Tribunale di sorveglianza se ne andrà al Tronchetto, così il Comune ha promesso, ma dal primo settembre le amministrazioni municipali non avranno più alcuna competenza sugli uffici giudiziari che passerà completamente al ministero della Giustizia, presso la cittadella della Giustizia ci sarà spazio anche per la seconda sezione civile. Nel frattempo tutte le sezioni penali rimarranno dietro campo San Luca, nel bel palazzo Grimani sul Canal grande, dove c’è anche la Procura generale.
Inizialmente, il progetto di trasferimento a piazzale Roma riguardava le sezioni penali, ma con loro avrebbe dovuto andarsene da palazzo Grimani anche la Procura generale, che invece non ne avrebbe voluto sentir parlare. Così, il presidente Antonino Mazzei Rinaldi ha ripiegato sulle sezioni civili. Ma se non fosse sorta l’emergenza statica a palazzo Cavalli, probabilmente, il trasloco avrebbe avuto tempi lunghi. Invece, prima le crepe, poi il cedimento che ha costretto all’intervento di puntellatura di una finestra e, infine, la lunga e profonda fessura prodotta si una trave portante all’ingresso ha costretto ad accelerare i tempi. In realtà, almeno da due anni il personale amministrativo si lamenta delle condizioni in cui deve lavorare nelle cancellerie. Spazi ridotti, per la maggior parte occupati da faldoni e fascicoli accatastati a terra in pile altre quanto un uomo.
C’è, addirittura, una cancelleria a piano terra, in cui il personale opera anche durante l’estate con la luce elettrica accesa perché altrimenti sarebbe buio quasi totale. Inoltre, il soffitto è alto appena due metri e 30 centimetri, uno spazio che diminuisce nel tempo perché il soffitto lentamente si imbarca sempre di più a causa del peso dei fascicoli della cancelleria che sta subito sopra. Da settembre, finalmente, si cambia.
Giorgio Cecchetti
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