Tramontin e l’arte di costruire gondole Lo squero ha 130 anni
VENEZIA. Quattro generazioni di squerarioli. Le gondole più belle del mondo nascono nello squero di Ognissanti, costruzione in pietra e legno a due passi da San Basilio e dall’ospedale Giustinian. E l’«arte di far gondole» compie in questi giorni 130 anni, celebrando la vitalità della quarta generazione di costruttori. La premiata ditta Tramontin e figli fu fondata infatti il 2 febbraio del 1884 da Domenico Tramontin. Con il figlio Giovanni, il nipote Nedis e il pronipote (attuale titolare dal cantiere) Roberto lo squero di Dorsoduro è arrivato ai vertici della popolarità mondiale. Se la gondola è l’imbarcazione più famosa al mondo, le gondole di Tramontin sono le più belle, una sorta di «Ferrari» dell’acqua. Merito dei dettagli, dell’arte tramandata appunto di padre in figlio, dei legni utilizzati. Otto tipi diversi (rovere, abete, ciliegio, larice, tiglio, noce, mogano e olmo) stagionati a dovere e adatti a essere piegati a fuoco vivo, montati nell’apposito «cantiere», lo stampo in legno. Un design unico al mondo, che fa riconoscere dal galleggiamento in acqua la gondola Tramontin. «Una scuola antica», dice soddisfatto Roberto, l’erede della famiglia, «le gondole qui si fanno ancora come una volta, tarate sul peso del gondoliere e dunque tutte diverse una dall’altra, con le misure in piede veneto e once, come ai tempi della Serenissima». Dallo squero di Ognissanti gondole ne sono uscite in poco pià di un secolo circa 3500. Nel periodo d’oro se ne costruivano tre al mese. «Nel 1925», racconta Roberto, «il nonno riuscì a sfornarne sette in 21 giorni. Dovevano partire per l’America, commissionate da un miliardario di Miami. Il piroscafo non poteva aspettare». Da allora le gondole di Tramontin sono state utilizzate dal Regno d’Italia e dalle istituzioni, hanno trasportato papi, re e presidenti di tutto il mondo. La tecnica (e i segreti) della costruzione «su misura») sono ancora gli stessi. E l’attività di costruzione delle gondole continua. Roberto ha lasciato spazio a qualche allievo, insegna le sue tecniche ai ragazzi. «Le nostre gondole durano più delle altre», dice con orgoglio Tramontin, anche 40 anni. Più di una macchina e più di un matrimonio...». Ormai famoso nel mondo anche per via della qualità del suo prodotto, Tramontin rivela che ogni suo esemplare viene «marchiato» sul trasto di poppa con due triangoli grandi e tre piccoli, il timbro di qualità dei Tramontin. Adesso la ditta compie 130 anni, e si prepara a festeggiare un’eccellenza tutta artigianale che tiene alto il nome di Venezia nel mondo. Ancora oggi, da mattina a sera, Roberto pialla, stringe, taglia a mano i legni che vanno poi a formare la magica gondola, barca asimmetrica e creatura nata per i bassi fondali e per essere vogata da un solo vogatore. Ve n’è qualcuna in circolazione larga qualche centimetro in più (146 invece di 142) e un po’ più alta per tenere il peso dei gondolieri più «corpulenti». Tutto come una volta. Il mondo cambia, la gondola no. Unica concessione, il fondale in compensato marino, meno resistente ma più leggero. Chissà se il padre Nedis avrebbe condiviso. «Tornate all’antico e sarà progresso» era il suo slogan. Lunga vita ai Tramontin.
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